Vuelta 2018, Simon Yates fa filotto
Simon Yates, capitano della Mitchelton-Scott, dopo aver fatto le prove nel Giro d’Italia 2018 (anche se tutti sappiamo poi come è andata a finire) ora mette nel mirino anche la Vuelta 2018. Il britannico ha corso con grande intelligenza in queste prime due settimane, è sempre rimasto con i primi e ha anche provato a dare qualche stoccata. Quella buona è arrivata nella quattordicesima tappa, con il traguardo in salita a Les Praeres e la vittoria per lui vale doppio visto che l’ha portato anche in testa alla classifica seppure con un margine ristretto sulla concorrenza.
Vuelta 2018, ancora bene Nibali e Aru nel finale non crolla dietro ai big
Prima delle scaramucce finali ci avevano provato in sei e tra questi soprattutto Michal Kwiatkowski (Team Sky), ormai fuori dalla classifica che conta ma ancora con tanta voglia di farsi vedere. Ha provato a resistere fino a quando le forze lo hanno sostenuto, poi una volta raggiunto e sorpassato si è lasciato andare chiudendo ad oltre sei minuti. A guidare l’inseguimento soprattutto la Bahrain Merida con Vincenzo Nibali in prima fila a dare ancora una volta segnali incoraggianti, ma nel finale ha saggiamente andare gli altri. Ci ha provato Nairo Quintana (Movistar), ma a 800 metri dalla fine lo scatto giusto è stato quello di Yates che sul traguardo ha preceduto di 2″ Miguel Angel Lopez (Astana) e Alejandro Valverde (Movistar), di 5″ Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e di 7″ Quintana. Fabio Aru (UAE Team Emirates) ha saggiamente lasciato fare, accusando comunque solo 39″ mentre l’ex maglia rossa Jesus Herrada (Cofidis) ha ceduto in maniera definitiva.
I primi quattro in 47 secondi e alla Vuelta 2018 arrivano i Lagos de Covadonga
Ora nella classifica generale della Vuelta 2018 Simon Yates guida con 20″ su Alejandro Valverde, 25″ su Nairo Quintana, 47″ su Miguel Angel Lopez (Astana) sempre più in crescita e 1’23” su Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo). E domani, 9 settembre, nuovo esame per tutti con la Ribera de Arriba – Lagos de Covadonga (185 km), probabilmente la tappa più dura del trittico centrale di montagna nella corsa spagnola. Nella seconda parte infatti il gruppo dovrà affrontare per due volte il Mirador del Fito (7,1 km con media del 7,7%) e poi l’ascesa finale che è un classico per la Vuelta: sono altri 12 km con pendenza massima del 17%. Una faticaccia prima del secondo giorno di riposo.