Non ci sta Gianni Bugno, presidente dell’associazione dei corridori professionisti, dopo la caduta sul traguardo di Dylan Van Baarle, del Team SKY. Gli accadimenti degli ultimi mesi hanno convinto sempre più un Bugno infuriato che c’è una completa mancanza di rispetto nei confronti dei ciclisti, poco tutelati dall’organizzazione di determinate manifestazioni.
La caduta sul traguardo di Van Baarle
L’olandese Dylan Van Baarle è caduto rovinosamente alla fine della 12esima tappa. Una transenna caduta al centro della strada, subito dopo il traguardo, ha fatto sì che cadesse. In effetti, l’olandese si trovava in volata e ha centrato in pieno la transenna.
L’episodio segue una serie di altri momenti in cui l’organizzazione ha dimostrato scarsa attenzione nei confronti dei ciclisti. Viene a mente subito la caduta di Nibali, ma tanti altri sono stati gli episodi assolutamente evitabili.
Furia di Gianni Bugno: mancanza di rispetto
Il primo commento a caldo di Gianni Bugno è stato: “Non è ammissibile che dopo mesi di lavoro di tutti gli stakeholders per migliorare la sicurezza alle corse, assistiamo ancora ad episodi come quello della caduta all’arrivo della dodicesima tappa della Vuelta di oggi. Sono davvero stanco di assistere a questa superficialità nell’applicare i regolamenti previsti“.
La sua, dopo la fine della dodicesima tappa della Vuelta 2018, è stata una vera e propria furia: “Questa mancanza di attenzione da parte degli organizzatori dimostra una totale mancanza di rispetto nei nostri confronti che abbiamo lavorato tanto per migliorare la sicurezza alle corse e una totale mancanza di considerazione nei confronti dei corridori. Non siamo più disposti ad accettare scuse a posteriori per incidenti prevedibili. Gli organizzatori devono fare il loro dovere e devono essere penalizzati se non rispettano i regolamenti. L’Uci deve intervenire per verificare che i regolamenti vengano rispettati. Non ci sono attenuanti. Siamo molto delusi da questa ennesima mancanza di attenzione verso i corridori e verso tutto il lavoro che da mesi stiamo portando avanti. Il ciclismo sta diventando uno sport pericoloso anziché migliorare e questa volta non siamo più disposti ad ascoltare chi non rispetta le regole“.