Sono ormai passate cinque settimane da quando Gianni Moscon fu squalificato dal Tour de France per aver alzato le mani contro il francese Elie Gesbert. Il ciclista italiano, in forza al Team Sky, è stato intervistato dal giornale italiano Tuttosport e ha spiegato la sua versione dei fatti, poi proiettando le sue ambizioni sui Mondiali di Innsbruck dove spera di essere protagonista. Secondo Moscon, non è stato compiuto nulla di grave e non c’era nessuna intenzione di colpire il collega: si è trattato soltanto di un gesto plateale, sanzionato dal Team Sky con la squalifica fino a metà settembre.
Gianni Moscon parla della squalifica rimediata al Tour de France
Cinque settimane fa Gianni Moscon rimediò una squalifica al Tour de France per aver alzato le mani contro il ciclista francese Elie Gesbert. La squalifica durerà fino al 12 settembre, e Moscon è tornato a parlare di un atto a suo dire esagerato, cercando di dimostrare la sua innocenza.
“Non avevo molto cui pensare, perché non ho fatto nulla. Se avessi davvero cercato di tirargli un pugno, perché nelle immagini lui non si ritrae neanche per evitare questo fantomatico colpo? L’ho mandato a quel paese, in modo plateale“. ha dichiarato l’atleta del Team Sky.
E sulla sanzione: “Il team Sky è antipatico a molti, crea malumori. E, visti i precedenti, io sono la pecora nera, quello più facile da colpire. È stato detto addirittura che rischiavo il licenziamento. In realtà il team è stato sempre al mio fianco“. Poi ha assicurato di non essere stato multato.
Gianni Moscon in proiezione Mondiali di Innsbruck
Il sogno principale rimane ancora quell dei Mondiali di Innsbruck, di cui potrebbe essere protagonista. “Ho parlato con il ct Cassani e voglio guadagnarmi una chance mondiale“, ha detto.
E sulla difficoltà del percorso: “Il muro finale è qualcosa di impressionante. C’è un tratto in cui la pendenza sfiora il 30%“. Quindi pensa già al rapporto: “Probabilmente un 39×32. Oppure potrebbe andare bene un 36×30“. Quella di 52 chilometri potrebbe essere la cronometro più lunga della sua carriera.