Alpe di Pampeago

Roman Kreuziger verso la vittoria sull'Alpe di Pampeago
Roman Kreuziger verso la vittoria sull’Alpe di Pampeago

Nel cuore delle Dolomiti, tra Val di Fiemme e Val d’Ega, l’Alpe di Pampeago è entrata con forza dirompente nella storia del Giro d’Italia negli anni Novanta diventando in breve una salita classica.

E’ una salita non infinita, circa 8 km, ma molto dura. Si attacca da Tesero e la parte più difficile è la seconda metà, dove le pendenze sono costantemente tra i 10 e il 15%.

A 1757 metri di quota si raggiunge l’Alpe di Pampeago, per cinque volte teatro d’arrivo del Giro d’Italia.

L’Alpe di Pampeago è legata a doppio filo a Marco Pantani. Del resto per una salita nata ciclisticamente negli anni Novanta è ovvio che sia così. Nel 1998 il Pirata duellò con Pavel Tonkov su queste pendenze durissime, cercando invano di staccare il russo. Pantani aveva appena conquistato la sua prima maglia rosa affossando Zuelle nel tappone dolomitico del Sella e della Marmolada, protagonista di una spettacolare e lunga fuga con Beppe Guerini vincitore di tappa. Nella tappa di Pampeago, Pantani cercò di stroncare anche Tonkov, ma trovò una resistenza accanita del russo che si aggiudicò la tappa in un arrivo a due. La resa dei conti fu solo rimandata a Plan di Montecampione dove Pantani mise il sigillo sul Giro con un’azione memorabile.

Video: Giro ’98, la sfida Pantani – Tonkov all’Alpe di Pampeago

Alpe di Pampeago tornò ancora nella geografia del Giro nel ’99 e Pantani fu protagonista assoluto con una delle sue giornate più straordinarie. Il Pirata staccò tutti con la sua serie di scatti lasciando ad oltre un minuto un emergente Simoni ed oltre 3′ Savoldelli. Per dare una giusta dimensione di quello che fece Pantani quel giorno bisogna ricordare che in 8 km di salita solo 4 corridori riuscirono a stare sotto i 2 minuti e mezzo di distacco dal Pirata. Le pendenze ostiche dell’Alpe di Pampeago hanno esaltato Pantani che su una salita del genere si trovava sul suo terreno migliore.

Si è arrivati lassù anche nel 2003: quella volta fu Simoni, già in maglia rosa e poi dominatore del Giro, a dare il colpo vincente staccando tutti ed in particolar modo Garzelli, che in quel Giro era partito fortissimo.

Fu Alpe di Pampeago anche nel Giro d’Italia del 2008, quello in cui Alberto Contador si presentò al via all’ultimo momento, ma riuscì ugualmente a vincere. La tappa dell’Alpe fu in realtà poco gloriosa: a vincerla con una lunga fuga fu Emanuele Sella che dopo essersi inserito in una fuga da lontano mollò i compagni d’avventura all’inizio del Manghen facendo tutto solo gli ultimi 50 km. Un’impresa esagerata, bissata il giorno dopo da Sella sulla Marmolada e poi ancora nella tappa del Mortirolo. Davvero troppo: a fine Giro un controllo antidoping a sorpresa inchioderà il corridore.

Video: la doppia Alpe di Pampeago al Giro 2012

L’ultima volta dell’Alpe, nel Giro 2012 è stata un inedito. La salita è stata allungata per circa 2 chilometri e mezzo, fino al Passo di Pampeago, in una strada asfaltata appositamente per far transitare la corsa. Dopo la discesa la tappa è risalita una seconda volta da Tesero con il classico traguardo fissato ai 1757 metri dell’Alpe di Pampeago. Roman Kreuziger, uscito di classifica nelle tappe precedenti, ha vinto grazie ad una lunga fuga, ma è stata soprattutto la battaglia tra la maglia rosa Joaquim Rodriguez e i suoi rivali a sorprendere. Sulle pendenze più dure Ryder Hesjedal è riuscito a togliere tutti di ruota limando tredici importantissimi secondi in una classifica cortissima che alla fine lo vedrà davanti allo spagnolo per sedici secondi.

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