Caschi per MTB: Guida alla scelta dei Migliori Modelli

Cosa rende speciali i caschi per MTB? Ecco come devono essere e tre modelli esemplari

Caschi per MTB: guida alla scelta con descrizione e caratteristiche di 3 modelli davvero speciali.

Nei post precedenti abbiamo visto come deve essere un casco per bici da corsa: abbiamo parlato dell’omologazione EN1078, indispensabile per essere sicuri di avere scelto un modello adatto a tutelare la sicurezza della nostra testa.

Abbiamo anche parlato di come sono fatti materialmente i caschi per bici (in generale), ossia con una calotta esterna più civettuola, una interna, saldata, che fa il lavoro sporco di proteggere il capo con un mix di poliuretano espanso o schiumato, e del sistema di fissaggio, fatto di cinturini che si legano sotto il mento e – in genere – anche di una rotella posteriore per regolare la calzata sulla testa (allargando o rimpicciolendo la stretta per assicurarci il massimo comfort e una buona copertura).

Tutte queste “regole” sono valide in generale per i caschi da ciclista, ma se chi pedala su strada si può “accontentare” di avere solo questo, nei caschi per MTB ci deve essere anche qualcosa in più perché li si possa definire buoni.

In particolare, i caschi per MTB devono proteggere, oltreché in caso di caduta, anche dall’impatto con i rami che si possono incrociare pedalando nei boschi, oppure dai sassi che vengono scagliati in aria (e talvolta proprio ad altezza faccia) dalle ruote di chi ci precede.

Ancora, è importante che siano più curati nella zona della nuca e delle tempie, perché in mountain bike anche le cadute a bassa velocità sono frequenti e il rischio che vengano “toccate” queste parti è più alto (mentre, in genere, per chi viaggia con la bici da corsa la velocità fa sì che si cada molto con le spalle e le clavicole in particolare o – ahinoi – di faccia).

Per questo i caschi da MTB sono spesso facilmente riconoscibili da quelli da strada: in genere hanno infatti una piccola visiera sul lato anteriore, per riparare dal sole (che nei boschi può essere ancora più fastidioso, visto che filtra a banchi), e il loro rivestimento esterno è fatto in materiali trattati per resistere all’ossidazione dell’acqua e del fango o alla sabbia, che scivolandogli addosso li può graffiare.

Negli ultimi anni si sono fatte poi strada due nuove tecnologie di assorbimento urti: MIPS (Multi-Directional Impact Protection System), in particolare, è un piano di scorrimento che ruota all’interno del casco in caso di impatto in modo da ridurre l’energia trasferita alla testa e le lesioni causate da urti rotazionali.

In alternativa c’è il sistema ODS, che prevede un doppio guscio in polistirolo in cui gli strati sovrapposti sono anche separati da una piccola intercapedine e collegati con ammortizzatori che servono a limitare le conseguenze dell’impatto: questa tecnologia viene offerta soprattutto a chi sceglie dei caschi integrali.

Poi certo: di caschi per MTB ne esistono di ogni genere – e prezzo; ma non serve avere un portafogli particolarmente ricco per sceglierne uno all’altezza del compito più importante, ossia proteggere la nostra sicurezza.

Kenny

Il casco dell’azienda Kenny, per esempio, è uno dei modelli più economici adatti sia a chi usa la MTB che ai crossisti.

La sua scocca è In-Mold, robusta e leggera anche perché dotata di diversi sfoghi d’aerazione.

La visiera, invece, è rimovibile, così può essere utilizzato indifferentemente sia fuori strada che su strada – e anche nel traffico cittadino.

Scontata, dopo quello che abbiamo anticipato, la certificazione EN 1078, confermata anche dalla chiusura a clip della fibbia e dalla calotta costruita in resina.

Il casco Henny, poi, convince anche per il suo doppio sistema di regolazione, sia della larghezza (con rotella posteriore che semplifica la ritenzione occipitale) che verticale.

Il prezzo, poi, è particolarmente aggressivo.




Met Lupo

Un casco da MTB dev’essere sicuro, certo, ma anche comodo per chi lo indossa.

Il Lupo di Met ha avuto proprio questa caratteristica particolarmente curata, tanto che è stato dotato di 23 fori di aerazione pur senza sminuire per questo l’efficacia della protezione.

Sempre a proposito di questo aspetto, la tecnologia O2 Front permette di far respirare anche la fronte limitandone molto bene la sudorazione.

Le ampie aperture non sono solo un vezzo estetico o una comodità per il cuoio capelluto, ma anche un’esigenza costruttiva: è grazie a loro, infatti, se Met è riuscita a mettere nel Lupo la possibilità di indossare la maschera o gli occhiali sotto di esso, con particolare facilità.

Le imbottiture interne di Met Lupo sono anallergiche, le cinghie in kevlar e il sistema di regolazione è un Safe-T Advanced, che permette di fissarlo al meglio sia con la ritenzione sul retro che con una regolazione verticale.

La visiera non è rimovibile ma regolabile, tanto è vero che questo casco si presta non solo per MTB e cross ma anche per il cicloturismo e le passeggiate nel tempo libero.





Sweet Protection Bushwhacker Carbon

A proposito di MIPS, ecco un modello che dispone proprio di questa tecnologia innovativa e particolarmente efficace nell’assorbimento degli urti (con l’augurio che non ne abbiate mai bisogno).

Sweet Protection offre infatti da sempre delle soluzioni di alta gamma ma anche di alta qualità, e il casco per MTB ed Enduro Bushwhacker Carbon non fa altro che confermare questa nomea.

Sicurezza, leggerezza e ventilazione in questo casco raggiungono livelli d’eccellenza, ma il merito è di una progettazione certosina che ha permesso di immaginare (e poi costruire) un casco che è il combinato di 5 pezzi differenti e di elementi in carbonio che lo rendono molto rigido e quindi più resistente agli impatti.

Le 17 aperture nella scocca del casco sono state studiate per creare dei canali di passaggio dell’aria da davanti a dietro e pure sui lati, e quando si indossa un Bushwhacker Carbon è quasi come se non ci fosse tanto è leggero e ventilato.

Chiaramente il prezzo riflette tutte queste attenzioni, ma siamo alle solite: perché lesinare sulla qualità quando c’è in gioco la nostra sicurezza, che è un valore che non ha prezzo?




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