Caschi per bici da corsa: dagli entry level ai modelli top
Caschi per bici da corsa: ecco come devono essere…
Il casco in bicicletta non è obbligatorio. Almeno non in Italia, almeno non ancora.
Ma allora perché indossare il casco quando si pedala viene considerato utile da tanti e per i pro’ è diventato obbligatorio – in seguito a una disposizione UCI – dagli anni Duemila?
Perché il casco assorbe l’energia che si genera a causa della decelerazione in caso di urto, e lo fa sicuramente meglio rispetto alle ossa del cranio.
Di testa ne abbiamo una, ed è bene che non si rovini, mentre il casco si può sfrisare, deformare e rompere quante volte si vuole.
Quando succede, basta cambiarlo: il nostro portafogli potrebbe soffrirne, ma il fisico ringrazierà 😉
Detto questo, come si fa a scegliere un casco per andare in bici?
Di base, il primo aspetto che deve orientare la scelta è la presenza dell’omologazione EN1078, la direttiva europea che ne certifica l’idoneità.
Se c’è quella, siamo sicuri di avere un buon casco indipentemente dalla forma, dal colore, dal numero di fori di aerazione presenti e da tutte le altre variabili che ci possono essere.
Da questo punto di vista, infatti, i caschi sono tutti uguali, e anche per costruzione sono tutti molto simili: c’è una calotta esterna, esteticamente curata ma sempre fatta di policarbonato (o al massimo in fibra di carbonio, ma solo nei modelli più elaborati e costosi).
Ce n’è una interna, saldata all’altra, e realizzata in poliuretano espanso o schiumato.
C’è poi un sistema di fissaggio attraverso i cinturini che si posizionano sotto il mento e – spesso – si possono regolare con una rotellina dentata posta sulla nuca.
Poi certo, la differenza di prezzo la fanno (come accennato) la scelta dei materiali, che si traduce in maggiore o minor peso, migliore (o peggiore) aerazione, comodità nella calzata e durante l’uso.
Infine è chiaro che anche l’occhio vuole la sua parte, e che scegliere i prodotti di marche che hanno dimostrato di saper proteggere le teste dei professionisti nelle loro cadute più brutte è una tranquillità in più, da associare – sempre e comunque – al rispetto delle regole del codice della strada e a una buona dose di prudenza.
Vediamo, ad esempio, alcuni caschi per bici da corsa che hanno una marcia in più 😉
Catlike Mixino
E’ uno dei primi caschi per bici da corsa realizzati in grafene arrivati sul mercato, e la scelta di questo materiale ha consentito all’azienda spagnola (Catlike, appunto) che l’ha realizzato di ridurre il peso ai minimi termini.
Tutto questo senza rinunciare alla sicurezza, che anzi è garantita da un eccellente livello di resistenza e da una forma appositamente studiata.
Per contro, Catlike Mixino è un casco molto “fresco” grazie ai 39 fori di ventilazione e alle imbottiture Outlast che favoriscono la regolazione termica del cuoio capelluto, per un comfort che raggiunge i massimi livelli.
Anche il prezzo è importante, ma possiamo considerarlo un investimento che si ripaga nel lungo periodo in termini di qualità dell’esperienza durante la pedalata.
Spiuk Dharma World Champion
E’ un modello un po’ datato (2014) ma non per questo meno efficiente o superato.
Tra le sue caratteristiche, la principale è la concezione In-Mold ossia la fusione in un unicum del guscio esterno su quello interno (per garantire un altissimo livello di efficacia nella protezione).
Costruito con un polistirolo a doppia densità (tecnologia Cone Head), offre protezione ottimale e grande praticità d’uso anche grazie alle 20 grandi aperture per la ventilazione del cuoio capelluto e alla retina interna cattura-insetti.
Nel lato posteriore il sistema Wi-Fit 82 consente una regolazione precisa della misura, in questo coadiuvato anche dalle spugne intercambiabili e dalle cinghie di sicurezza.
E poi è impreziosito con i colori dell’iride su fondo bianco immacolato, che hanno sempre un grande fascino per chi pedala.
Mavic Ksyrium Haute Route
Un altro brand che è una garanzia, stavolta per un casco per bici da corsa “entry level”, a cominciare dal prezzo.
Per i “ciclisti della domenica” è perfetto, perché soddisfa tutti i requisiti di sicurezza necessari e offre anche qualche altra “chicca” come l’imbottitura a densità progressiva e il sistema di regolazione sia orizzontale che verticale, che garantisce una calzata perfetta con Ergo Hold SL Retention System.
Anche questo modello è dotato di fori di aerazione (ben 22) che assicurano un’ottima respirabilità.
Rispetto agli altri citati prima, però, è un po’ meno leggero, il che lo potrebbe rendere alla lunga più faticoso da indossare.