Peter Sagan nel 2017 cambierà maglia ma in realtà avrà addosso gli stessi colori, cambiando soltanto lo sponsor. Ha corso con la maglia iridata quest’anno con la Tinkoff, lo farà anche nella prossima stagione quando passerà alla Bora-Hansgrohe, dopo aver trionfato da campione ai Mondiali di Doha 2016 in una delle edizioni della rassegna iridata più folle degli ultimi anni, deciso dopo nemmeno 100 chilometri quando il vento del deserto qatariota ha fatto la differenza come molti pensavano e temevano.
La vittoria di Sagan è stata netta, la sua tattica di gara perfetta perché contrariamente ad altre nazionali la sua Slovacchia schierava solo tre uomini e lui è riuscito ad entrare nel gruppetto che si è giocato la vittoria con un compagno di squadra rimanendo a ruota tutto il giorno facendo lavorare Belgio e Italia prima di piazzare la stoccata sul rettilineo finale. E nel 2017 ci saranno anche due italiani con lui, Cesare Benedetti e Matteo Pelucchi, uno degli ultimi acquisti in arrivo dalla IAM Cycling.
Mondiali di Doha 2016, l’analisi di Davide Cassani
L’Italia dei Professionisti invece torna a casa senza medaglie ma anche senza rimpianti. In fuga ne ha piazzati quattro de se anche fossero stati un paio in più, come è stato per il Belgio, non sarebbe cambiato nulla perché fare altra selezione nel circuito finale sarebbe stato impossibile. Ecco perché Davide Cassani a fine gara ha promosso tutti i suoi: “I ragazzi hanno messo in pratica tutto quello che avevamo detto alla vigilia. Quando si è creato il primo ventaglio dopo 65 chilometri siamo stati sfortunati, abbiamo perso Sabatini per un problema alla sella. Ma Bennati è stato super, Guarnieri, ha lanciato Nizzolo ai 400 metri. Ha vinto il più forte, Sagan è un fenomeno, ma abbiamo lottato sino alla fine e questo è un punto di partenza importante”.
Giacomo Nizzolo e la volata maledetta ai Mondiali di Doha 2016
Nizzolo si è piazzato, come gli è spesso successo nelle corse internazionali in stagione, e il quinto posto lo consola solo in parte: “Abbiamo corso bene, siamo sempre stati davanti quando contava e Guarnieri mi ha pilotato al meglio in volata. Alla fine i valori sono questi e l’ordine d’arrivo parla chiaro. Forse sono partito un po’ lungo, ma non mi rimaneva scelta”.