A 38 anni e mezzo Alejandro Valverde ha chiuso i conti con il destino e si è lasciato andare alle lacrime, Di gioia, perché finalmente indossa la maglia di campione del mondo, dopo aver battuto Romain Bardet e Michael Woods, mentre l’Italia si deve accontentare del quinto posto di Gianni Moscon ultimo ad arrendersi, ma non si può rimproverare nulla anche perché per quello che ha fatto nella seconda parte della corsa meritava molto di più.
Mondiali 2018, l’Italia nonostante il podi mancato grande protagonista
Gli azzurri dovevano fare corsa di conserva e in effetti è stato così sino a tre giri dalla fine. Ma poi davanti hanno cominciato a materializzarsi solo maglie azzurre, con Cataldo, Caruso e Brambilla ad attaccare in serie, con Pellizzotti a tirare sull’ultimo passaggio in salita dimenticando di avere 40 primavere. Era tutto apparecchiato per Moscon e Vincenzo Nibali, ma il siciliano ha retto fino a quando il fisico e la preparazione lo hanno sostenuto prima di staccarsi nella fase decisiva della corsa. Lo capiamo, lo sapeva pure lui di non essere in condizione, ma non voleva mancare. Così decisivo è stato il muro finale: Moscon era lì con gli altri tre, più Tom Dumoulin, che si sono giocati le medaglie. Gli sono mancati 200 metri, quelli che portavano in cima, per sperare perché allo sprint con Valverde se la sarebbe giocata alla grande.
Il rammarico di Moscon: “Mi è mancato poco, vincere è un’altra cosa”
Invece si deve accontentare del quinto posto che però vista l’età sa di promozione sul campo. “Oggi ho fatto il possibile, noi abbiamo corso tutti con il cuore L’ultimo giro speravo che un gruppetto potesse avvantaggiarsi, sono entrato in un’azione ben assortita, ma forse avevano paura dell’ultimo strappo. Quando il gruppo è rientrato ho cercato di recuperare e mi è mancato l’ultimo minuto di sforzo in salita, avevo le gambe che giravano a vuoto. Mi resta la consapevolezza di essere stato là al momento giusto. E di aver fatto una grande corsa vinta da un fenomeno come Valverde. Vincere però è un’altra cosa e l’Italia aveva bisogno di vincere”.