Il Team Movistar ha deciso di tenere tutti i suoi big, a cominciare da Nairo Quintana, Mikel Landa e Alejandro Valverde, per il Tour de France 2018 ed è arrivato al Giro d’Italia 2018 con una formazione più modesta. Però c’è un piccolo fenomeno come Richard Carapaz che dopo aver vestito negli ultimi giorni la maglia bianca come miglior giovane (è classe ’93) e da oggi è anche il primo ecuadoregno nella storia ad aver vinto una tappa nella Corsa Rosa. più forte del diluvio finale, lo scalatore tascabile, che ha trovato la forza e il coraggio di attaccare negli ultimi metri della salita finale di Montevergine quando gli altri invece si sono nascosti.
Giro d’Italia 2018, Formolo secondo mentre Froome cade ancora
Dopo l’Etna e in attesa dei verdetti di Campo Imperatore, quello di Montevergine era il secondo arrivo in quota del Giro 2018 ma non ha raccontato nulla di nuovo. La lunga fuga a sette di giornata nella quale erano entrati anche Davide Villella (Astana) e Matteo Montaguti (Ag2r), insieme a Matej Mohoric (Bahrain-Merida), Tosh Van der Sande (Lotto-Fix All), Rodolfo Torres (Androni-Sidermec), Koen Bouwman (LottoNL-Jumbo) e Jan Polanc (Uae-Emirates), si è esaurita proprio nel finale, però nessuno ha trovato la forza di attaccare la maglia rosa Simon Yates (Mitchelton-Scott). Unico scusabile è Chris Froome (Team Sky) perché ancora una volta è caduto sullo stesso fianco già infortunato nelle prime giornate anche se è prontamente rientrato in gruppo. Gli altri invece sono rimasti a guardare, scattando solo per gli abbuoni con Davide Formolo (BORA-Hansgrohe) secondo a 7″ e Thibaut Pinot (FdJ-Groupama) terzo, mentre tutti gli altri sono arrivati in fila indiana con lo stesso tempo.
Yates ancora in rosa prima dell’esame a Campo Imperatore
A fine tappa Simon Yates, rassicurato da come si è messa, ha detto che nella nona tappa potrebbe anche attaccare e in effetti il terreno c’é. La prima settimana piena infatti si chiude con la Pesco Sannita-Campo Imperatore: sono 225 km molto duri nella seconda parte con l’ascesa a Roccaraso che introduce il finale senza un metro di pianura: c’è il Gpm di Calascio (13,5 km con pendenze medie del 6%) e poi altri 26,5 km per arrivare sul Gran Sasso a Campo Imperatore, la montagna dedicata dal 2015 a Marco Pantani che qui vinse nel 1999. La media è del 9%, ma negli ultimi chilometri le punte sono del 13%
CLASSIFICA DI TAPPA: 1. Richard Carapaz (Ec) km 209 in 5h11’35″, 2. Davide Formolo (Ita) a 7’’; 3. Thibaut Pinot (Fra) s.t., 4. Enrico Battaglin (Ita) s.t., 5. Simon Yates (Gbr) s.t. 6. Domenico Pozzovivo (Ita) s.t., 7. Estaban Chaves (Col) s.t., 11. Tom Dumoulin (Ola) s.t., 20. Fabio Aru (Ita) s.t. 22. Chris Froome (Gbr) s.t.
CLASSIFICA GENERALE: 1. Simon Yates (Gbr), 2. Tom Dumoulin (Ola) a 16″, 3. Esteban Chaves Rubio (Col) a 26″, 4. Thibaut Pinot (Fra) a 41″, 5. Domenico Pozzovivo (Ita) a 43″, 6. Rohan Dennis (Aus) a 53″, 7. Pello Bilbao (Spa) a 1,03″, 8. Richard Carapaz (Ecu) a 1’06”, 9. Chris Froome (Gbr) a 1’10”, 10. George Bennett (N. Zel.) a 1’11”, 11. Fabio Aru (Ita) a 1’12”.