All’interno 10 interviste – Le chance di vittoria di Richie Porte al Giro d’Italia hanno subito un netto stop oggi nella tappa più insignificante di tutta la corsa rosa, il piattone da Civitanova Marche a Forlì. Il fatto: Porte ha forato a 7 km dall’arrivo, in un momento in cui il gruppo pedalava a sessanta all’ora per cercare vanamente di raggiungere i fuggitivi. Per perdere meno tempo possibile Porte non ha cambiato la ruota con quella che gli avrebbe dovuto portare l’ammiraglia o un suo compagno. E’ stato Simon Clarke, l’australiano della Orica, a dare la sua ruota a Porte, un gesto d’amicizia tra connazionali che però costa caro al capitano della Sky. Il cambio di ruota tra corridori di squadre diverse non è ammesso dal regolamento, cosa che due professionisti dovrebbero ben sapere, e la giuria ha sanzionato Porte con i due canonici minuti di penalità previsti per casi del genere.
Porte sprofonda così ad oltre tre minuti di distacco in classifica, un ritardo che probabilmente lo taglia fuori in maniera totale dalla corsa alla vittoria del Giro. Sottolineata la sfortuna avuta da Porte, bisogna rilevare però anche l’ingenuità commessa nell’andare così palesemente contro il regolamento e compromettere la sua corsa. Un professionista dovrebbe ben conoscere le regole e sapere come comportarsi.
La tappa è stata emozionante oltre ogni previsione. Merito dei cinque fuggitivi e di qualche errore delle squadre dei velocisti, ammesso molto apertamente da Adriano Baffi, ds della Trek di Nizzolo che poi ha vinto lo sprint ma per il quinto posto. Applausi a Boem, ma anche a Busato, Malaguti, Maragoni e lo sfortunato Gatto! Il Giro deve purtroppo salutare Matteo Pelucchi, costretto al ritiro per i problemi alla caviglia ricordo della caduta della seconda tappa. Pelucchi conclude con un secondo posto, ma crediamo che il suo vero potenziale non sia stato espresso a causa della sfortuna.
Ecco le interviste da Forlì:
Alberto Contador, Tinkoff Saxo: “Non ci sono mai giorni facili al Giro d’Italia, basta vedere quello che è capitato a Richie Porte. Si parla sempre di tappe più o meno importanti, ma in ogni momenti si può perdere del tempo. A me è toccata una caduta, a lui una foratura in un brutto momento. Penso che con tutto quello che manca, questo tempo che ha perso oggi può sembrare molto ma alla fine potrebbe essere anche insignificante. E’ stata una tappa di riposo attivo, anche se il finale è stato davvero veloce.”
Richie Porte, Sky: “Non c’è molto da fare, è una cosa un po’ strana, abbiamo lottato finora per un secondo o due e poi arriva un colpo di sfortuna. Ma c’è una lunga strada da percorrere. E’ successo in una rotonda, ho solo cercato di tenere su la bici. Penso che a tutti può capitare un po’ di sfortuna nell’arco di 21 tappe. E’ stato bello vedere la mia squadra che si è fermata per aiutarmi, e anche gli amici come Clarke e Matthews che mi hanno aiutato. Devo vedere il lato positivo, le gambe girano bene”
Fabio Aru, Astana: “Queste tappe possono sembrare facili, ma sono velocissime e possono creare dei problemi, nel finale non si andava mai sotto ai 55 all’ora. I miei compagni sono stati bravissimi, mi hanno sempre tenuto ben posizionato, so di poter sempre contare su di loro”
Nicola Boem, Bardiani CSF: “Fantastico! Non trovo le parole per descrivere questo momento. Oggi sembrava una tappa tranquilla, da classica volata di gruppo. Sono andato in fuga per farmi vedere e come me la mia squadra. Poi però quando ai 20km dall’arrivo ho saputo che avevamo circa 2 minuti e trenta di vantaggio abbiamo iniziato a crederci. Marangoni ha tentato di sorprendermi, ma non mi sono fatto fregare. L’ho tenuto lì a 200 metri e poi una volta arrivati sul rettilineo conclusivo ho dato tutto, sapendo di essere il più veloce. È una vittoria che ci voleva per tutta la squadra e mi auguro che sia soltanto la prima”
Matteo Busato, Southeast: “Giocarsi una tappa al Giro d’Italia è sempre stato un mio grande sogno. Poterlo fare al primo Giro, è un’emozione fortissima. Provo un po’ di rammarico per il secondo posto, ma sono contento comunque, sono stato in fuga tutto il giorno… Domani sarà una giornata interessante per alcuni miei compagni, io li aiuterò come ho sempre fatto. Poi vedremo man mano.”
Adriano Baffi, Ds Trek Factory Racing: “Posso dire che sono deluso. Alla fine, non ho calcolato che questi corridori erano così forti dopo 200 chilometri, e molto motivati. Ho preso una decisione sbagliata di aspettare con l’idea di mettere la pressione sulla squadra di Greipel e cercare di isolarlo per lo sprint. A 40 chilometri dall’arrivo con tre minuti di distacco normalmente tutto è sotto controllo. Posso dire ora, guardando indietro, che è stato un errore. Nizzolo è deluso, naturalmente, ma anche per lui aveva senso aspettare. Alla fine, però, non vi era alcuna giustificazione, ho preso una decisione sbagliata, e non possiamo cambiare questo, non possiamo tornare indietro, quindi ora dobbiamo guardare avanti. Giacomo stava bene oggi dopo il giorno di riposo, e abbiamo perso una buona occasione. Ora dobbiamo guardare avanti”
Gianni Savio, Team manager Androni Sidermec: “Complimenti ai ragazzi che hanno interpretato perfettamente le disposizioni impartite nella riunione tecnica e un elogio a Oscar Gatto particolarmente sfortunato. Domani attaccheremo nuovamente perché non ci diamo per vinti ispirandoci alla frase Erry De Luca: gli invincibili sono coloro che non si arrendono mai”.
Alessandro Malaguti, Nippo Fantini: “Abbiamo corso a tutta sin da subito, quando ho capito che potevamo arrivare, avevo i brividi e l’adrenalina a mille. Era il sogno di una vita che stava per realizzarsi, per questo dopo il traguardo sono scese anche le lacrime. Resta un grande terzo posto al Giro qui nella mia città che è davvero qualcosa di speciale”
Matteo Pelucchi (ritirato), Iam: “Sono molto deluso di dover abbandonare il Giro d’Italia, e davvero devo prima togliermi il cappello davanti a miei compagni di squadra. Tutti hanno cercato di incoraggiarmi e si sono mobilitati per aiutarmi a finire a partire dalla seconda tappa. Oggi, la ferita che si trova sopra il bordo della scarpa è diventata infetta, e non riesce a cicatrizzare. Oltre al dolore mi sento completamente privo di forza. Non c’era davvero niente altro che avrei potuto fare”.
Matthew White, Ds Orica: “Oggi fare lo sprint non era la nostra priorità. Quello che mi sorprende è che un paio di squadre che avrebbero dovuto essere interessate alla volata invece hanno esitato. Per noi ci sono tappe più adatte nei prossimi giorni e vogliamo concentrarci su quelle.”