All’interno 6 interviste – L’immagine con cui cala il sipario sul Giro d’Italia 2015 è quella di Alberto Contador che taglia il traguardo facendo il segno tre con le dita. Tre volte campione del Giro d’Italia, perchè se ufficialmente il Giro del 2011 reca il nome di Michele Scarponi sappiamo bene che Contador quella corsa se l’era guadagnata limpidamente sulla strada. Il campione spagnolo ha tenuto a sottolinearlo chiudendo questa difficile e bella avventura. Il suo ultimo Giro, quasi certamente. E da ora il pensiero si sposta sul Tour de France, sull’appuntamento con la storia.
La tappa di Milano ha consegnato gli ultimi scampoli di gloria a Iljo Keisse, che ha dato una gioia alla Etixx con un colpo a sorpresa, e a Giacomo Nizzolo con la maglia rossa a punti. Già assegnate quella bianca a Fabio Aru e quella azzurra dei Gpm a Giovanni Visconti.
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Ecco le interviste da Milano
Alberto Contador, Tinkoff Saxo: “Ringrazio il popolo italiano per l’affetto. Tutti sono stati molto speciali con me e sono molto felice. Durante le tre dure settimane del Giro, tutto l’inimmaginabile è successo: sono venuto qui pensando alla vittoria dopo aver preparato la corsa con molta attenzione, ma poi ho avuto la caduta e un infortunio alla spalla. C’è stata la mitica salita del Mortirolo, ma poi ieri sul Colle delle Finestre ho avuto delle brutte gambe. E’ stato un bel Giro d’Italia, e un’esperienza molto speciale per me. Non so quanto tempo ci vorrà per recuperare. Sono stanco, e so che ci vorrà del tempo. E’ stato un Giro emozionante per me. L’ho già detto, sarà la mia ultima volta al Giro, ma non si sa mai. Come si dice in spagnolo; nunca digas nunca (mai dire mai). Domani voglio andare in Spagna, passerò tre o quattro giorni isolato completamente, prima di iniziare di nuovo il lavoro per il Tour. Vincere il Tour potrebbe essere più complicato, per i rivali e gli sforzi del Giro d’Italia. Psicologicamente bisogna prepararsi. E’ complicato preparare la testa dopo un giorno come oggi, ma si deve preparare per un’altra corsa”.
Oleg Tinkov, proprietario Tinkoff Saxo: “Quando costruisco la mia squadra, Tinkoff Credit Systems, nel 2007, avevo il Giro d’Italia in mente. Io vivo in Italia gran parte dell’anno e amo questo paese. E adesso abbiamo vinto il Giro d’Italia con Alberto. E’ stato molto difficile e voglio congratularmi con tutti i ragazzi per l’impegno profuso durante questa corsa, che non è stata sicuramente facile. Si sono sacrificati per Alberto e corridori come Rogers e Kreuziger hanno messo le proprie ambizioni da parte per sostenere il capitano. Sono molto felice per Alberto ed è un grandissimo momento. In questo momento, siamo i migliori e siamo stati molto bene qui al Giro. Ora festeggeremo e poi rivolgeremo la nostra attenzione verso luglio per fare in modo che possa essere il migliore anche al Tour de France “.
Steven De Jongh, Ds Tinkoff Saxo: “Ci sono stati quattro momenti salienti di questo Giro d’Italia. Il momento in cui Tosatto ha dato la sua ruota ad Alberto dopo l’incidente nella 13° tappa e il momento in cui Ivan ha dato la sua ruota prima del Mortirolo. Questi sono due esempi che mostrano il lavoro di squadra e le routine attentamente pianificate. Poi c’è la performance di Alberto sulla cronometro e la sua corsa sul Mortirolo. Oggi i ragazzi hanno avuto una bella giornata in testa al gruppo, ai ragazzi voglio dire ‘Chapeau’. Sono davvero orgoglioso di loro. Qualunque cosa ho detto a loro, hanno eseguito la strategia sulla strada ed è stato semplicemente un piacere lavorare con loro. E’ stato un Giro molto, molto duro, con la caduta e l’infortunio di Alberto ancora di più. Alberto è un grande campione!”.
Beppe Martinelli, Ds Astana: “Sono abituato ad essere criticato. Ma non capisco certe critiche. Noi abbiamo due corridori sul podio dietro ad un campione come Contador. Io conosco Contador e so che se prepara una corsa per vincerla è impossibile batterlo. La mia tattica è servita a rendere la corsa difficile agli altri corridori che lottavano per le piazze d’onore”
Iljo Keisse, Etixx Quickstep: “Il team ha deciso questa mattina che spettava a me o Fabio Sabatini cercare la fuga. Ma anche ieri sera abbiamo parlato con i nostri responsabili della squadra, e abbiamo deciso di finire il Giro cercando di fare del nostro meglio fino all’ultimo momento. Questo era un percorso dove si poteva vincere senza uno sprint. E’ un circuito difficile con un sacco di curve. Sono un corridore da strada con esperienza di pista, e posso prendere le curve abbastanza bene. Ho pensato che ci poteva essere un po’ di esitazione quando siamo entrati nel circuito finale. Le squadre degli sprinter non erano ancora organizzate. Ho avuto la sensazione che era un buon momento per provare. Ho attaccato a un certo punto e ho trovato Durbridge come compagno di fuga. Abbiamo pedalato perfettamente insieme e ho preso ogni curva a gas pieno. Avevamo un bel vantaggio nell’ultimo giro, e sapevo che la fuga era vincente. Ho contato sul mio sprint e non ho più tirato nell’ultimo chilometro. Ho messo un po’ di pressione sulle spalle di Luke ed è diventato un gioco di gatto e topo. E’ rimasto davanti, e poi negli ultimi 200 metri sono andato. Ho imparato molto da Mark Cavendish, naturalmente, come si fa la volata, così ho sfruttato questa esperienza, è la mia vittoria più bella di sempre. Sono così felice per questa vittoria, non solo per me, ma anche per squadra. Abbiamo avuto qualche sfortuna in questo Giro, rispetto agli ultimi due anni. Rigo era alle prese con una malattia e abbiamo perso due ragazzi nella prima settimana. Ma abbiamo davvero lottato questa settimana per cercare di ottenere un buon risultato ogni volta che abbiamo avuto la possibilità. Sono orgoglioso di ottenere una vittoria per la Etixx – Quick-Step per concludere il Giro d’Italia. Questa è la mia prima vittoria con la squadra. Questa corsa è stata davvero dura. Ogni momento, dal primo all’ultimo giorno, era orribile, ma anche molto bello. Vorrei congratularmi con Alberto per la sua vittoria. Ho fatto il mio Giro un po’ indietro. Le altre tappe ho sempre finito in ritardo, ma questa tappa è stata la mia”.
Gianni Savio, Team manager Androni Sidermec: “Abbiamo sempre corso all’attacco onorando il Giro e cercando una vittoria che avremmo meritato. Complimenti ai ragazzi che nell’arco di tutta la Corsa Rosa hanno interpretato perfettamente le indicazioni ricevute nelle riunioni tecniche. Marco Bandiera è salito due volte sul podio finale di Milano, sia per merito suo, sia per il lavoro svolto dai compagni di squadra, sempre determinati ad alternarsi per entrare nelle fughe decisive”.