Giro d’Italia 2015 Torino Milano, 21° tappa
Domenica 31 maggio, 178 km
Dopo tre anni il Giro torna a concludersi a Milano, ma stavolta con una tappa in linea che mancava addirittura dal 2007, dal Giro vinto da Danilo Di Luca. Sarà la classica festa e passerella finale per gli eroi che hanno concluso il Giro, e un’ultima appassionante sfida tra le ruote veloci che sono state in grado di superare tutte le montagne.
Giro d’Italia 2015 Torino Milano – Il percorso
C’è davvero poco da dire, come per tutte le tappe finali dei grandi giri. E’ un percorso interamente pianeggiante, una lunga sfilata da Torino a Milano per entrare nel circuito finale dove poi sarà battaglia vera per preparare lo sprint. Il circuito milanese è 5 km e 400 metri con traguardo in Corso Sempione e andrà ripetuto per sette volte. Le strade sono Corso Sempione-via Massena-v.Savoia Regg.Cavalleria-v.Rossetti-v.Belisario-v.Berengario-v.Eginardo-v.Scarampo-v.Teodorico-v.Gattamelata-v.E.Filiberto-C.so Sempione.
Giro d’Italia 2015 Torino Milano – Il territorio
Torino e Milano sono due città storiche per il ciclismo e lo sport. La tappa festeggia due eventi speciali: Torino Capitale Europea dello Sport e l’Expo di Milano.
Quarta città d’Italia per numero di abitanti, Torino sorge alla confluenza della Dora Riparia con il Po. Sorse come centro del popolo dei Taurini, divenne importante colonia romana. Sede di contea, ducato, marchesato, assegnata dall’imperatore Federico II ai Savoia, conquistata dai francesi, fu la prima capitale del Regno d’Italia dal 1861 al 1865. Il suo simbolo è la Mole Antonelliana, ma Torino è anche sede del secondo Museo Egizio del mondo per importanza dopo quello de Il Cairo.
Nell’anno dell’Expo Milano è sotto gli occhi del mondo. Simbolo e cuore della città è il Duomo, la più grande chiesa gotica del mondo, di cui raccontiamo un aneddoto. Sui blocchi di marmo che venivano usati per la costruzione veniva scritto AUF, che stava per “ad usum fabricae”, cioè materiale ad uso della fabbrica del Duomo. Grazie a questo, il marmo, era esentato dai dazi e poteva quindi viaggiare gratis. Da allora per indicare una cosa ottenuta senza pagare si cominciò a dire “a ufo”.