Fabio Aru, una grande Astana a Campitello
All’interno 8 interviste – Il tratto saliente della tappa di Campitello Matese non è stato tanto la lotta testa a testa tra i campioni, ma la forza complessiva della Astana di Fabio Aru. La squadra kazaka ha accerchiato Alberto Contador, che però ha saputo controllare e farsi trovare pronto, superando i dubbi sulle sue condizioni dopo la caduta di due giorni fa. Ma questa Astana fa paura, anche perchè mantiene altri due corridori in altissima classifica oltre al leader Fabio Aru, e cioè Dario Cataldo e Mikel Landa. Una situazione che probabilmente si manterrà fino alle grandi montagne visto che le tappe che risaliranno la penisola verso le Alpi non sono così difficili. Sarà un chiaro vantaggio per Aru e gli Astana poter giocare con più carte, soprattutto perchè il tracciato delle tappe di alta montagna si presta molto a questi giochi strategici avendo le salite più difficili abbastanza lontane dal traguardo.
C’era grande curiosità per vedere Contador e la maglia rosa ha superato l’esame. Ora se non ci saranno problemi domani nella nervosa tappa tra Irpinia e Sannio, Contador avrà poi lo spazio per recuperare tra il giorno di riposo e le quattro tappe seguenti che non sono particolarmente difficili. L’altra nota saliente è il ritorno di Rigoberto Uran, per la prima volta il vero Uran in questo Giro d’Italia. Il colombiano resta a quasi un minuto e mezzo e se vorrà tornare davvero nei giochi per il podio e la maglia rosa dovrà sfruttare la crono e non sbagliare più un colpo in montagna. Per il resto dietro a Contador – Aru – Porte e al possibile ritorno di Uran, resta tanta terra vuota. In questa prima settimana sono già saltati gran parte di quei corridori che potevano puntare alla top ten, come il vincitore odierno Intxausti, come Zakarin, Pellizotti, Hesjedal e Niemiec. Ragione per cui i vari Cunego e Caruso possono avere una grande occasione di centrare un piazzamento davvero importante.
Ecco le interviste al termine della tappa di Campitello Matese
Fabio Aru, Astana: “Abbiamo lavorato come una grande squadra, tutti insieme. Landa ha provato ad andarsene, eravamo tutti d’accordo. E’ un peccato che non sia riuscito a raggiungere Intxausti. Per ora va bene così, mancano ancora 13 tappe. Contador è stato intelligente a prendere due secondi di abbuono al traguardo volante, ma non cambia molto. Abbiamo provato a vincere e siamo soddisfatti”.
Alberto Contador, Tinkoff Saxo: “La squadra lavorava duro ed ho visto che c’era l’opportunità di guadagnare l’abbuono al traguardo volante. Due secondi sono sempre benvenuti, per guadagnare due secondi in una cronometro si soffre molto. Aru e la Astana stanno andando forte, sapevo che lui e Porte avrebbero attaccato sulla salita finale, ma ho risposto. Oggi era una giornata complicata per me ma spero che il tempo giochi a mio favore. Non mi sento a posto in bicicletta ma sono riuscito a salvare la giornata. Sto dormendo con il braccio immobilizzato e devo evitare movimenti bruschi. Spero di recuperare per la tappa a cronometro che potrebbe essere molto difficile per me”.
Dario Cioni, Ds Sky: “E’ stata una buona tappa per noi. Come pensavamo la salita non ha fatto grande selezione, e noi siamo stati contenti di seguire gli attacchi degli altri piuttosto che essere aggressivi noi stessi. Aru ha preso dieci metri, gli altri erano a ruota dei propri compagni, ma Richie Porte è rientrato facilmente. Dopo è stato tutto un gioco tattico. Sarà interessante vedere cosa succederà domani, a volte ci sono distacchi più importanti in quel tipo di tappe rispetto a queste con arrivo in salita”.
Benat Intxausti, Movistar: “Per me la cosa più importante era vincere una tappa in questo Giro, ma avevo anche la speranza di fare una buona classifica generale. A La Spezia, purtroppo, la classifica è stata rovinata e, da lì, siamo andati a cercare le vittorie di tappa. Per fortuna, oggi è andata bene. Sapeva che la fuga oggi aveva delle chance e si è visto alla partenza: siamo stati molto veloci in terreni molto ondulati, su e giù in continuazione e siamo rimasti 50 corridori davanti. Quando abbiamo iniziato la prima salita lunga (Forca d’Acero) abbiamo fatto un piccolo gruppo di dieci, la Tinkoff non aveva molti corridori per il controllo. Sulla salita finale ho visto abbastanza forte Reichenbach, e infatti quando ho attaccato in un primo momento era l’unico che poteva seguire la mia ruota. Poi ha cominciato a dare meno cambi e ho deciso di giocare un’altra strategia: andare a ruota e dargli un po’ di responsabilità. A 4 km dall’arrivo l’ho visto stanco ed ho deciso di provare, anche perchè dietro si stavano avvicinando. Penso che la squadra è stata perfetta tutti questi giorni, anche se non arriva la vittoria. Già a La Spezia, con Visconti e Amador; Lobato ieri, molto vicino; e oggi, la stessa cosa, ma ho vinto. Vincere una tappa in una gara così importante come il Giro è sempre difficile. Ora ce l’abbiamo fatta, e questo ci dà la tranquillità per il resto del Giro, ma la squadra è molto buona e sicuramente otterrà altri risultati. Una dedica? Come sempre, Xavi Tondo e mio nonno, che guardano dall’alto, la squadra, la mia famiglia, i miei amici e la mia ragazza. Ora ho un altro obiettivo personale che mi piace: la maglia della montagna”.
Przemislaw Niemiec, Lampre Merida: “La partenza della corsa è stata a ritmi molto elevati, tutto il gruppo ha faticato molto e infatti si è spezzato in vari tronconi. Ho cercato di pedalare sempre nelle posizioni di testa, dato che oggi avevo l’opportunità di provare a valutarmi in una fuga, così ho colto l’opportunità quando ho visto nascere una azione che sembrava interessante. Il vantaggio che abbiamo raggiunto era buono, purtroppo gli uomini di classifica hanno voluto accelerare in vista dell’arrivo in salita. Intxausti aveva ancora energie da spendere ed è riuscito a cogliere la vittoria. E’ stato bello pensare di pedalare in maglia rosa, seppur virtualmente”.
Damiano Caruso, BMC: “Oggi mi sentivo forte ed era una tappa dura. Il mio compagno Atapuma è stato fantastico, abbiamo cominciato la salita in buona posizione ed è rimasto con me fino alla fine. Solo l’ultimo km è stato un po’ difficile. I più forti hanno aperto un piccolo gap e con quei secondi sono arrivati al traguardo. Ma va tutto bene, il Giro è ancora lungo.”
Stefano Giuliani, Ds Nippo Fantini: “All’inizio non ero felice c’era una fuga importante senza di noi, anche se arrivavamo da due giornate consecutive di fughe. Dopodiché la prova del team è stata buona, Damiano si sentiva bene e tutta la squadra ha contribuito a riavvicinare il gruppo ai fuggitivi prima di affrontare la lunga ascesa verso Campitello Matese. Dopodichè Damiano ha dimostrato tutto il suo talento provando anche ad anticipare il finale con un attacco ai big. Se Aru non avesse attaccato subito dopo per staccare Contador e Porte sarebbe potuta finire in modo diverso. L’importante è esserci per cogliere l’occasione giusta”.
Sebastian Reichenbach, Iam: “Ho dato tutto per prendere la fuga e alla fine sono stato fregato dal corridore spagnolo. Non è stato facile salire sul treno giusto, i tentativi erano numerosi. La squadra ci ha chiesto di essere attenti, mi sono trovato con un buon gruppo ma abbiamo sempre navigato ad un minuto o anche meno rispetto ai leader di corsa. E’ un peccato perché avremmo potuto adottare un ritmo più regolare. Dato il distacco importante sapevo che la vittoria si sarebbe giocata nella salita finale. Ma mi sono intrappolato e mi servirà da lezione. Lo spagnolo si è rifiutato di darmi i cambi e gli ho fatto il ritmo per 4 chilometri. Ma non avevo scelta, perché il plotone stava tornando a velocità incredibile. Sono riuscito a preservare questo terzo posto. Ho imparato molto oggi e mi servirà di lezione per il futuro. Dopo una settimana di questo Giro, i sentimenti sono ancora buoni, ma non vedo l’ora di arrivare al giorno di riposo. Poi, ci sono ancora altre tappe in cui spero di potermi mettere in evidenza”.