Fabio Aru, una brutta giornata
All’interno 7 interviste – La sciabolata classica di Philippe Gilbert e le difficoltà di Fabio Aru. Sono i flash di un’altra giornata davvero difficile al Giro d’Italia 2015. Un percorso da gran classica sui Colli Berici, la pioggia e una corsa condotta a tutta hanno marcato una tappa di quelle che restano nelle gambe. Ne ha fatto le spese Fabio Aru, parso per tutto il giorno poco brillante così come ieri: il giovane sardo ha spiegato che si è trattato di una crisi di zuccheri nel finale, ma l’impressione è che le difficoltà vadano un po’ oltre. Al contrario Contador sembra pedalare meglio di giorno in giorno ed aver ripreso la piena efficienza fisica dimenticando la caduta di una settimana fa. La corsa è comunque ancora da scrivere visto che è da sabato e domenica, con la crono di Valdobbiadene e la prima tappa alpina di Madonna di Campiglio che il Giro d’Italia inizierà l’infilata finale di tappe decisive.
Intanto ci si può godere uno dei colpi attesi di questo Giro d’Italia, lo spettacolare affondo di Philippe Gilbert che ha tenuto fede al suo impegno: il Giro per cercare di vincere almeno una tappa e non per fare una passerella. Gilbert ha onorato la corsa come non sempre i grandi campioni hanno fatto in passato.
Da segnalare purtroppo il ritiro di Simon Gerrans che, caduto quest’oggi, non ripartirà domattina.
Ecco tutte le interviste da Vicenza.
Fabio Aru, Astana: “Non ho mangiato abbastanza e nel finale ho avuto una crisi di zuccheri. Sull’ultima salita mi sentivo vuoto, era inevitabile perdere qualcosa. Ma il Giro è lungo e noi siamo concentrati sulle prossime tappe. Una brutta giornata per non aver mangiato abbastanza può succedere a chiunque. Sono abituato a correre in queste condizioni di pioggia e freddo perchè ho cominciato con il ciclocross, ma se si commette un errore nell’alimentazione si sbaglia per questo. E’ quello che è successo oggi. Una brutta giornata può succedere, l’importante è reagire”.
Rigoberto Uran, Etixx Quickstep: “E’ stata una tappa molto difficile negli ultimi 50 km. Il ritmo era alto, c’era vento, pioggia e le discese erano molto tecniche. Sono rimasto sempre nelle prime posizioni per evitare rischi. Questo tipo di arrivi è adatto a corridori come Gilbert, si è meritato la vittoria. Fisicamente mi sento bene, anche se non al top dopo la caduta di ieri. Ho dolori al braccio e ai muscoli del collo, e la pioggia non mi ha aiutato. Anche domani potrebbe piovere, sarà importante stare davanti”.
Enrico Battaglin, Bardiani CSF: “Si arrivava a casa per me e ovviamente ci tenevo a fare bene. Ho sempre fatto corsa davanti fin dalla salita di Corsara posta ai -27km. Sull’erta finale ho atteso gli ultimi 100 metri per provare ad uscire. Gilbert era oramai imprendibile, ma ho fatto comunque un’ottima rimonta sfiorando il podio di pochissimo. È stata una tappa impegnativa e anche se la vittoria non è arrivata, sono comunque soddisfatto guardando chi mi ha preceduto”.
Fabio Felline, Trek: “E ‘stata una giornata veramente veloce, nella prima ora eravamo oltre i 52 chilometri all’ora. E’ stato incredibile. Poi sono arrivati il vento e la pioggia e la corsa è diventata molto nervosa. Si sono stati un sacco di incidenti. Sono stato fortunato, un paio di volte ci sono stati degli incidenti proprio davanti a me, ma non sono caduto. Sono stato bravo a seguire il gruppo davanti, ma negli ultimi 500 metri le mie gambe non erano buone. Sentivo che le sensazioni non erano super oggi. Sono stato nel primo gruppo in questo Giro molto spesso, quindi vedremo nelle prossime tappe”.
Diego Ulissi, Lampre Merida: “Mi dispiace aver dovuto affrontare questi imprevisti, ma sono incidenti di corsa e possono capitare. Per rientrare in gruppo ho speso energie per 50 km e nella volata finale ho un po’ pagato lo sforzo: non so dire se avrei potuto vincere, ma avrei voluto confrontarmi fino in fondo nella lotta per il successo, conquistato comunque meritatamente da Gilbert su un altro campione come Contador. Da qui al termine del Giro non ci sono più tappe con arrivi con queste caratteristiche, adatti a me: dovrò cercare altre strade, ovvero le fughe, per provare a lottare ancora per una tappa”.
Matthew Ehite, DS Orica Greenedge: “Ci sono voluti settanta chilometri per veder andare via la fuga. E’ stato incredibile. Le strade erano pianeggianti e dritte, c’era un attacco dietro l’altro. Poi è arrivata la pioggia e la corsa è rimasta nervosa fino alla fine. Non c’è stato molto tempo per il personale medico per valutare la situazione di Gerrans, è molto dolorante ma dovrebbero essere solo escoriazioni”.