Contador: Scenario diverso dal Mortirolo

All’interno 7 interviste – Neanche il più bravo dei registi avrebbe potuto confezionare una sceneggiatura come quella che si è disegnata tra la tappa del Mortirolo e quella di oggi a Verbania. La foratura di Contador due giorni fa e l’attacco di Katusha e Astana respinto con autorevolezza da campione dalla maglia rosa. E oggi stessa situazione a parti invertite: Landa si è trovato in ritardo per colpa di una caduta e la corsa guidata dalla Tinkoff non si è certo fermata ad attenderlo. Anzi, Contador ha lanciato il suo attacco al primo metro della salita verso il Monte Ologno affondando la Astana. 

C’è da dire che la squadra kazaka ha avuto una reazione piuttosto blanda, niente a che vedere con la spettacolare rincorsa orchestrata due giorni fa dalla Tinkoff e da Contador stesso. Una Astana che in realtà sembra ancora un po’ alla ricerca di un equilibrio dopo l’esplosione inattesa di Landa, e che sta subendo in maniera importante la personalità e l’autorevolezza di Contador, oltre naturalmente alla sua forza.

Contador non ha mancato di sottolineare una differenza tra quanto accaduto due giorni e oggi: il suo ritardo era stato dovuto a mera sfortuna, una foratura quando si trovava nelle prime posizioni. Oggi Landa si è fatto trovare a centro gruppo in un momento pericoloso in cui sarebbe dovuto essere davanti per non correre rischi. L’occasione di approfittare del ritardo dell’avversario per Contador è stata quindi propiziata da un errore di Landa e non da sfortuna, un colpetto al nuovo avversario, una lezione di come si affronta una corsa.

Diciamo anche però che questo ciclismo con meno fairplay, in cui si attacca senza tanti complimenti approfittando delle difficoltà o degli errori degli avversari, ha fatto spettacolo, animato la discussione e l’interesse attorno al Giro.

Per il resto grande vittoria di Gilbert, un campione di straordinario spessore, di quelli che vogliono sempre vincere e non corrono per fare numero. In questo Giro non si è risparmiato, ha corso tante tappe come fossero delle classiche, al contrario di altri corridori che se ne sono andati presto e senza lottare più di tanto.

Da segnalare purtroppo la caduta e il ritiro di Cunego: il veronese era in fuga quando è finito a terra procurandosi la frattura scomposta della clavicola destra.

Ecco le interviste da Verbania:

Alberto Contador, Tinkoff Saxo: “Lo scenario di oggi era un po’ diverso da quello che è successo sul Mortirolo. Prima della salita la mia squadra stava lavorando duramente davanti al gruppo e spendendo energia perché sapevo che dovevamo essere davanti all’inizio della salita, e abbiamo voluto evitare problemi. In questo momento Landa era dietro, per la prima volta in corsa. Nel complesso, sono molto contento di aver guadagnato altro tempo in classifica. Sono stanco, perché dopo l’ultima salita è stata una prova a cronometro, ma ogni giorno è difficile qui. Vedremo cosa accadrà domani e il giorno seguente”.

Steven De Jongh, Ds Tinkoff Saxo: “Sapevamo che la salita era difficile proprio come le strade che portano alla salita. Al mattino abbiamo concordato che volevamo una fuga che costruisse un grosso vantaggio. Non c’erano corridori che erano un pericolo per la classifica e dal momento che le vittorie di tappa in questo momento sono secondarie ci siamo concentrati sul portare Alberto in una posizione fantastica all’inizio della salita concentrandosi sulla lotta per la vittoria assoluta. I nostri ragazzi stavano controllando la corsa nella parte anteriore appena prima della salita e purtroppo c’è stato incidente, dove alcuni corridori si sono fatti trovare dietro. Non sapevamo che era caduto perchè i ragazzi erano nella parte anteriore concentrati ad andare a tutta”.

Mikel Landa, Astana: “Sicuramente erano arrabbiati per quello che è successo l’altro giorno e ne hanno approfittato. Mi sono caduti davanti, ho rotto la ruota ed ho dovuto cambiarla. In corsa succede, c’è sempre nervosismo. Si sono fermati tutti i compagni meno Kangert e Aru, devo ringraziarli perchè abbiamo salvato la giornata. La generale è decisa, ora lotteremo per queste due tappe che restano e per mantenere la seconda e terza posizione”

Philippe Gilbert, BMC: “Questo è stato uno dei migliori successi perché alla fine ho avuto il tempo di godermelo. Ho sentito da Valerio Piva alla radio che avevo un minuto sugli inseguitori e quindi sapevo che era vinta. Ieri il nostro team manager Jim Ochowicz ha detto che mi aveva visto in buona forma. Non è mai uno che fa dei semplici complimenti e ora credo di aver mostrato che aveva ragione. Ci siamo detti questa mattina che l’intero team a parte Caruso poteva provare ad andare in fuga; sapevamo che era una tappa adatta ad una fuga. Ci abbiamo provato tutti ma poi io e Moinard siamo entrati in quella giusta. Abbiamo fatto una grande gara e ha funzionato perfettamente. Ieri sera abbiamo dormito sull’altro lato del lago, e il personale dell’hotel ha detto: ‘guarda la collina che è la salita di domani.’ Da 20 km di distanza la situazione non sembra così difficile, ma era difficile, alla fine, e ho sofferto. Ma ho gestito il mio sforzo. Sapevo che arrivando in cima alla salita a 50 secondi dai primi potevo rientrare in discesa. Ecco perché ho attaccato e dato tutto. “

FRancesco Pelosi, Team Manager Nippo Fantini: “In questo Giro d’Italia insieme a tanti giovani importanti che stanno dimostrando tutto il loro talento, avevamo un capitano unico e un grande leader morale. Dopo aver perso Daniele Colli nel suo momento migliore in termini di forma e prestazioni, oggi era il grande giorno di Damiano, il nostro capitano, caduto mentre era all’attacco di una tappa adatta alle sue caratteristiche. Damiano e il team ci tengono a ringraziare la prontezza e l’operatività del dott. Tredici e di tutta l’unità mobile del Giro, sempre reattivi e professionali nel primo supporto ai corridori. Ora c’è grandissima amarezza e ci stringiamo intorno al nostro capitano più che mai, per riaverlo di nuovo in sella insieme al team il prima possibile. Purtroppo anche la sua frattura è scomposta e quindi dovrà essere operato allungando i tempi di recupero. Damiano e Daniele torneranno entrambi, e con più grinta di prima per vincere insieme”

Stefano Giuliani, Ds Nippo Fantini: “La sfortuna ci perseguita in questo Giro. Oggi puntavamo dichiaratamente a fare bene e a una vittoria di tappa con il nostro capitano, non serve nascondersi. Damiano è un ragazzo e un capitano modello e non si meritava davvero di finire così questo Giro. Lo ha concluso attaccando, cercando la vittoria. Ma insieme ci prenderemo tutte le rivincite, già in questa stagione, può starne certo”.

Orlando Maini, Ds Lampre Merida: “I primi chilometri di gara sono vissuti su continui scatti. Avevamo dato mandato ai nostri corridori di provare a turno a unirsi ai tentativi di fuga, ma l’alta andatura in gruppo ha mortificato ogni tentativo. L’azione buona è nata da una lunga progressione al 45° km di gara, su uno strappo con strada stretta, e Ferrari, che pedalava in ottima posizione, ha avuto gambe per inserirsi. Un’azione per lui sfortunata, dato che è caduto: il dottor Beltemacchi l’ha visitato al traguardo, riscontrando un forte ematoma ed abrasioni al gluteo e alla coscia sinistra. Ora ci aspettano due tappe molto impegnative: i nostri atleti sanno che, per provare a essere ancora protagonisti, devono affrontarle con spirito propositivo, mettendo a frutto le energie residue”

Manuel Bongiorno, Bardiani CSF: “Ci sono andato vicino, ho dato tutto e posso ritenermi soddisfatto perché davanti a me è arrivato un fuoriclasse come Gilbert. La salita di Ologno era impegnativa ma distante dall’arrivo, ho provato un paio di allunghi ma ero consapevole che il successo ce lo saremmo giocati tra la discesa e i chilometri in pianura prima dell’arrivo. Così infatti è successo, Gilbert ci ha sorpreso e poi è andato veramente forte. Dietro non c’era accordo e ai 2.5km sono scattato, presi 200 metri e tenuti fin sotto al traguardo. Sto bene e domani sicuramente ci riproverò”.

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