All’interno 8 interviste – Eccoli i tre grandi del Giro d’Italia. L’Abetone ha aperto il palcoscenico di una sfida che si preannuncia elettrizzante nelle prossime due settimane e mezzo tra Alberto Contador, Fabio Aru e Richie Porte. Già lontano Uran, non solo nel distacco di un minuto e venti ma soprattutto nella sensazione di un corridore piuttosto spento e di una squadra che ha creduto poco in lui fin dal momento in cui si è dovuto pianificare questo Giro d’Italia. Grandi applausi anche per Jan Polanc, vincitore di giornata che entra di diritto tra le stelline nascenti del ciclismo: Polanc ha 23 anni appena compiuti, un palmares di tutto rispetto nelle categorie giovanili e il talento per emergere in modo continuativo anche tra i pro.
Ecco le interviste al termine della tappa dell’Abetone.
Alberto Contador, Tinkoff Saxo: “Il mio attacco non era preparato. Ero lì, ho guardato gli altri corridori, non stavo proprio benissimo ma per me è difficile stare fermo in mezzo al gruppo. Ci ho provato. E’ un bel risultato, abbiamo guadagnato su Uran e altri avversari. Aru e Porte sono molto forti ma questa è una situazione buona. Avere la maglia rosa non cambia niente dal punto di vista della strategia. Potrei anche perderla domani, per noi è importante vestirla a Milano. Ma essere in maglia rosa è sempre fantastico, è un onore. Amo il Giro e la sua gente e correre domani in rosa sarà fantastico”.
Fabio Aru, Astana: “Sono contento, dai. E’ stata una vera battaglia ed è stato fantastico per il pubblico e i tifosi vedere una battaglia tra questi grandi campioni, e di trovarmi in mezzo a tutto questo è stata una grande emozione. Ho lavorato così duramente per così tanto tempo per questo, e sono felice. La mia squadra è stata ancora una volta eccezionale. Landa nel finale in particolare, ha davvero superato se stesso, e non posso che congratularmi con lui.
Dario Cataldo, Astana: “Non era previsto, ma sulla salita finale abbiamo parlato tra di noi e guardato i nostri rivali, e abbiamo detto ok, andiamo. E’ successo tutto in un attimo. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro. Un sacco di persone parlavano di una giornata tranquilla oggi, ma un arrivo in salita non è mai tranquillo. Ci aspettavamo una vera battaglia oggi”.
Vicente Garcia Acosta, Ds Movistar: “Izagirre e Intxausti stanno pagando il caldo. Stiamo vivendo le prime giornate di vero caldo della stagione. Intxausti non ama il caldo, ha avuto i crampi. Eppure il Giro d’Italia è lungo e noi siamo nella lotta”
Giovanni Visconti, Movistar: ” Mi piace vedermi davanti nella generale, ma con la caduta ad un chilometro e mezzo dall’arrivo ho dovuto mettere piede a terra ed ho perso secondi. E’ stato un incidente un po’ strano, ma le gambe ci sono e continuerò a provarci”.
Jan Polanc, Lampre Merida: “E’ davvero bello conquistare la prima vittoria in carriera in una gara così speciale come il Giro d’Italia e in una arrivo così affascinante come quello dell’Abetone. Ho vinto nel modo che mi piace di più: andando in fuga. In queste prime stagioni da professionista, ho provato molte volte ad attaccare da lontano, come nella tappa di Oropa del Giro d’Italia 2014, oppure al Gp Quebec e al Gp Montreal e al Giro di Lombardia, o ancora nell’Amstel Gold Race di quest’anno. Oggi avevo il compito di attaccare e così ho fatto, trovando compagni di fuga con i quali è nata una buona intesa. Sapevo di essere il più forte in salita, ma non ho speso tutto subito, ho atteso il momento buono per allungare e fare valere la mia maggiore freschezza. Sapevo che da dietro il gruppo rimontava, però capivo che stavo comunque pedalando molto bene. Questa vittoria è un regalo di compleanno per me, dato che ho compiuto gli anni il 6 maggio mentre andavo a Sanremo per la partenza del Giro, e un bel modo per ringraziare tutta la squadra e tutti gli sponsor che credono in me e che danno il loro grande contributo”.
Steven Kruijswijk, Lotto Jumbo: “E’ stato molto difficile ripartire dopo ieri, dopo quella brutta giornata. Ho perso otto minuti, perché il gruppo davanti a me si è spezzato in un brutto momento. Ho dato tutto quello che avevo per riprenderli e ho sofferto questi sforzi anche oggi. Sono stato in grado di resistere per un tempo ragionevole, ma alla fine mi sono staccato a causa del duro lavoro di ieri. Voglio andare avanti e vedere fin dove posso arrivare. Voglio migliorare e per dimostrare a me stesso con un attacco nelle tappe difficili come le mie gambe stanno bene. Una lunga fuga potrebbe anche essere utile per la mia classifica”.
Fabio Felline, Trek: “Ho cercato di vedere come potevo andare sulla salita finale, se la gara non fosse stata veloce avrei potuto provare per un risultato. Ma c’è stata una grande battaglia e negli ultimi due chilometri mi sono staccato. Anche se non ho ottenuto un risultato ho fatto una buona salita, che è un bene per la mia fiducia. Come tutti i giorni ora vedremo per il prossimo appuntamento”.