Contador: Giro d’Italia senza padroni

All’interno 3 interviste – L’attacco a sorpresa di Alberto Contador e l’ennesima fuga da lontano arrivata al traguardo hanno animato la tappa di Imola del Giro d’Italia. La corsa ha dato la conferma del talento ancora in parte da scoprire di Ilnur Zakarin, il russo della Katusha vincitore del Giro di Romandia. Questo Zakarin non è un attaccante qualunque che ha trovato la giornata di gloria: vediamo in lui grande talento e la capacità di uscire nei momenti più difficili con forza e senza paura.

Anche oggi si è dimostrata lo scarso spessore di diverse squadre che potevano puntare alla vittoria di tappa ma si sono lasciate sfuggire la corsa. Un po’ come succede anche nelle tappe da sprint dove non ci sono squadre davvero forti e costruite attorno ad un corridore vincente, se non la Lotto Soudal che comunque non è nella formazione tipo attorno a Greipel. E questo lascia grande spazio a chi attacca da lontano: vedremo domani a Vicenza dove corridori come Gilbert, Gerrans, anche i nostri Felline e Battaglin senza dimenticare Ulissi che comunque ha già vinto, si giocano una delle ultime occasioni. Diciamo che sarebbe un bello spettacolo vedere una sfida diretta tra questi corridori su un arrivo come quello di Monte Berico.

Naturalmente in gruppo si parla ancora della vicenda di Richie Porte e dei suoi due minuti di penalità per aver preso la ruota di un corridori di un’altra squadra (Clarke della Orica), cosa vietata dal regolamento. Ribadiamo che pur nel bel gesto di Clarke, che è in realtà poi è stato un aiuto a fare un autogol, la Sky doveva essere pronta in ogni momento con alcuni gregari attorno a Porte pronti sempre a passargli una ruota in caso di necessità. Un errore che probabilmente costerà caro a Porte quando si andrà a guardare la classifica finale.

Ecco tutte le interviste da Imola

Alberto Contador, Tinkoff Saxo: “Non c’era terreno abbastanza duro per attaccare ma l’istinto mi diceva che alcuni corridori potevano essere in difficoltà e volevo vederlo. Tutti i giorni sono importanti ma in una corsa di tre settimane la cosa più importante è superare le brutte giornate. Non si sa mai, qualcuno poteva passarsela male. A volte l’istinto ti dice di provare a vedere come stanno i rivali. Oggi non c’era il terreno però sono cose importanti. Chi dice che sono il padrone del Giro si sta sbagliando. Manca ancora moltissimo, possono accadere mille cose e questo Giro non ha un padrone. Per quanto è successo a Porte ci sono momenti in cui è difficile organizzarsi, si pensa a ripartire nel minor tempo possibile non alle norme. Ora è facile parlare. Io avrei aspettato l’ammiraglia o mi sarei fatto aiutare da un compagno, è una delle cose di cui parliamo fin dall’inizio. Ma chi pensa che Porte sia completamente fuori dalla battaglia si sta sbagliando. Io ogni giorno sto andando sempre meglio”

Zakarin da solo verso il successo

Ilnur Zakarin, Katusha: “Non riesco ancora a credere che ho vinto una tappa del Giro. Sono così felice ed eccitato! Forse nei prossimi giorni mi renderò conto che ho ottenuto una grande vittoria. Oggi avevamo un piano per andare in fuga, quindi siamo stati molto attenti all’inizio, ho visto la mia occasione e ho seguito altri attacchi per andare in fuga. Abbiamo lavorato bene nella fuga, ma ho ricordato la mia esperienza di un paio di giorni fa, quando ho attaccato troppo presto. Così ho aspettato di più questa volta. Onestamente in un momento ho pensato che il gruppo ci avrebbe raggiunto, ma non è successo. Così ho attaccato quando siamo passati dai Tre Monti per la terza volta e ha funzionato bene. Sono stato in grado di ottenere un buon margine, ma gli ultimi 10 chilometri sono stati molto duri. Ma ce l’ho fatta! Voglio ringraziare tutto il team per il loro sostegno e anche Dmitry Konyshev che mi ha aiutato molto durante tutta la tappa nell’ammiraglia che seguiva la fuga”.

Rigoberto Uran, Etixx Quickstep: “Stavo pedalando dietro un altro corridore in gruppo. Ha rallentato un po’ per cambiare rapporto e ho toccato la sua ruota. Sono caduto subito. Per fortuna la vettura del team con una nuova bici non era lontana. Così ho avuto la nuova bici e il mio primo pensiero è stato quello di inseguire e rientrare subito. Sono riuscito a farlo. Per fortuna sono rimasto in gruppo fino al traguardo. E’ un peccato perché dopo il giorno di riposo lunedi e la tappa pianeggiante il martedì avevo recuperato un po’ dagli sforzi della prima settimana, quando avevo sofferto di bronchite. Un incidente non è la situazione ideale per il momento, e, naturalmente, domani potrei risentire delle conseguenze. Ma dobbiamo fare i conti con la situazione così com’è”.

Carlos Betancur, AG2R: “Sognavo un risultato, ora è una realtà. Ho vissuto momenti difficili in questi mesi. Sono grato alla mia famiglia e alla squadra per il loro sostegno. Ho lavorato sodo per tornare”.

Matt White, Ds Orica GreenEdge: “E’ stata una tappa incredibilmente dura. All’inizio della tappa si è formata una fuga e noi abbiamo deciso che avremmo lavorato una volta nel circuito per tentare di riprenderli, ma non siamo stati in grado di raggiungere Zakarin. Durbridge ha tirato per tre quarti di un giro, poi Chaves e Clarke hanno dato tutto quello che avevano”.

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