All’interno 6 interviste – Il primo tappone alpino del Giro d’Italia 2015 ha chiarito le due verità che già si stavano palesando in queste prime due settimane di corsa rosa: la netta superiorità della Astana in salita, ma d’altra parte anche l’autorevolezza e l’inattacabilità della maglia rosa Alberto Contador. La squadra kazaka ha comandato la corsa per tutta la seconda metà, dall’inizio della scalata al Passo Daone all’arrivo di Madonna di Campiglio. Una superiorità davvero schiacciante quella di Aru e compagni, che però non ha mai dato l’impressione di potersi concretizzare in un vero attacco a Contador. Anzi, è stato proprio Contador a comandare il finale quando gli Astana hanno provato a muoversi con Landa. Per assurdo l’attacco del basco ha finito per nuocere proprio a Fabio Aru che già da qualche giorno sta attraversando una fase critica e che oggi probabilmente ha anche risentito del grande sforzo della cronometro.
Cosa farà in questa situazione la Astana? Beppe Martinelli nelle prime dichiarazioni del dopo tappa sembra aver dato per persa la corsa alla vittoria finale constatando la superiorità di Contador, che poi è quello che tutti ipotizzavano fin dalla vigilia della partenza da Sanremo. Landa ha dimostrato di essere al momento molto più brillante del suo leader Aru e questo può portare a qualche interrogativo nella squadra kazaka, se non a qualche incomprensione che i due interessati hanno messo subito a tacere. Noi a questo punto pensiamo che la Astana potrebbe optare per una strategia che punti a portare entrambi sul podio finale dietro a Contador, e alla conquista di almeno un’altra tappa. Contador dal canto suo non ha nessun interesse a forzare in questa terza settimana: il Giro è solo il primo tempo della sua sfida che lo porterà poi al Tour. Cercherà di mettere la firma su una tappa, e pensiamo che sarà martedì sul Mortirolo, ma poi potrebbe accontentarsi di gestire e controllare. Per questo potrebbe esserci una sorta di accordo non scritto, una salomonica suddivisione della posta ancora in palio tra gli Astana e Contador.
Tra gli altri dobbiamo registrare la resa di Richie Porte, arrivato a mezz’ora e con il pensiero di un ritiro nel giorno di riposo. Sarebbe un’uscita di scena poco onorevole, perchè al di là dell’indubbia sfortuna ad un corridore che vuol essere un campione e un leader di una grande squadra chiediamo almeno una grande giornata da protagonista. Se le gambe c’erano e la testa è quella di un campione non c’è motivo per lasciare ora. Uran, acciaccato e dolorante, sta lottando pur nella difficoltà e questo gli fa grande onore pur con gli otto minuti accusati oggi e un mesto 15° posto in classifica. Le difficoltà di questi corridori hanno aperto le porte delle prime posizioni a molti corridori non proprio attesi. Ha superato il primo esame Amador, ancora terzo, e la selezione nella discesa del Daone ha permesso a diversi corridori, come Caruso, Konig, Trofimov, Geniez e Monfort di fare un bel balzo in classifica. Ma con le tappe che restano la lotta per accaparrarsi le piazze dietro al podio resta lunga, difficile e ricca di sorprese.
Ecco le interviste da Madonna di Campiglio
Alberto Contador, Tinkoff Saxo: “Sono contento di come è andata la tappa e di come hanno risposto le gambe. Il finale era difficile da controllare anche se non c’era molto dislivello. Avrei voluto vincere pensando a Pantani che è stato un ispirazione per me. Nel finale sembrava una cronosquadre con tutta la Astana e io sulla ruota. Non ho parlato con Landa, non serviva. E’ un grande corridore, sono contento per lui. Se sono il padrone del Giro? Non lo so, io posso solo pensare a fare il meglio possibile. L’abbuono l’ho preso perchè era lì, era gratis, e se una cosa è gratis è meglio prenderla, però gli abbuoni non erano un mio obiettivo”.
Fabio Aru, Astana: “Contador ha dimostrato che è in gran forma ma è battibile perché oggi lo abbiamo battuto con Mikel. Il team Astana ha vinto un’altra tappa e questa è la cosa importante. Ho visto che Mikel stava guidando bene, quindi è stato giusto che lui abbia provato qualcosa. Non c’è stato nessun equivoco. L’importante era superare Alberto e il corridore della Katusha dopo tutto il lavoro che i nostri compagni di squadra avevano fatto per noi.”
Mikel Landa, Astana: “Abbiamo dimostrato di aver una grande squadra in salita. Abbiamo parlato della tappa, volevamo vincere con Fabio, ma io mi sentivo meglio. Ho semplicemente giocato le mie carte e lui non era arrabbiato. Le cose sono un po’ caotiche dopo la tappa e sono sicuro che avremo tempo di parlare di nuovo a cena. Si parla sempre di queste cose. Per noi oggi è iniziata la parte migliore del Giro d’Italia. Cercheremo di vincere il Giro anche se è difficile. Il secondo posto di Aru è praticamente assicurato e con la superiorità numerica che abbiamo possiamo provare a vincere”
Yurii Trofimov, Katusha: “Ieri è stata una crono molto difficile, ma sono riuscito a recuperare da questo sforzo e oggi mi sono sentito abbastanza bene. E la squadra mi ha supportato nella prima parte della corsa. Le ultime due salite sono stati molto dure, il gruppo dei leader ha tenuto un ritmo veloce, ma sono riuscito a rimanere davanti in ogni parte della tappa. Negli ultimi km il lavoro della Astana ha ridotto il gruppo, poi a 2 km dal traguardo hanno attaccato e sono riuscito a rispondere. Ho avuto un momento difficile a meno di 1 km dalla fine, dopo un altro attacco, ed ho preferito salire al mio ritmo e ha funzionato. Sono tornato e subito ho attaccato. Volevo sorprenderli. Ero vicino alla vittoria, ma alla fine non avevo la forza di rispondere a Landa. Comunque sono contento della mia corsa oggi. Vediamo cosa succederà nella terza”.
Andrei Amador, Movistar: “La verità è che è stata una giornata dura. Dopo la cronometro, per la posizione e la difficoltà della tappa è stata una giornata nervosa, ma che siamo stati in grado di superare bene. Mi preoccupava la penultima salita sia con quel grande dislivello che c’era, ma hey, è andata bene. Penso che ormai ci sono quattro corridori con qualcosa in più per così dire, e l’obiettivo è quello continuare per arrivare fin dove è possibile”.
Rigoberto Uran, Etixx Quickstep: “Oggi non mi sentivo bene fin dall’inizio della tappa. Sulla prima salita ho faticato a stare con il primo gruppo. Quando hanno accelerato sul Passo Daone non potevo seguire. Non ho potuto andare a fondo, non riuscivo nemmeno a respirare correttamente. Ho fatto del mio meglio, per fortuna i miei compagni sono stati con me e mi hanno dato un grande aiuto. Sono un po’ triste perché ho contato molto su questo Giro. Ma non ho superato completamente la bronchite che ho sofferto dalla prima tappa . I diversi giorni di pioggia hanno fatto tornare la bronchite. L’incidente ha reso le cose ancora peggiori. Il livello al Giro è molto alto tra i corridori e il percorso, il che significa che bisogna essere al 100 per cento per tre settimane se si vuole lottare per la classifica. In questo momento della gara, con la mia condizione, sto facendo del mio meglio, ma devo affrontare la realtà della situazione. Dopo oggi la lotta per una posizione di alta classifica generale è fuori dalla mia portata. Ora dobbiamo guardare al futuro con una prospettiva diversa. Ci sono alcune tappe difficili davanti a noi. Farò del mio meglio per ottenere un buon risultato per la mia squadra”.