Chiappucci bacchetta il Giro d’Italia

Ad un corridore che era soprannominato El Diablo non può certo piacere un Giro d’Italia che nelle grandi tappe di montagna si accende solo negli ultimi 3 km. Intervenuto a Velodrome, il programma curato da Roberto Sardelli, Claudio Chiappucci ha bacchettato i campioni di questo Giro d’Italia, rei di eccessivo attendismo.

“Quando veniva Indurain a correre il Giro, era lui il faro della corsa ed eravamo tutti consapevoli che fosse il logico favorito” ha commentato Chiappucci “Per sorprenderlo, quando decidevo di attaccare, cercavo sempre di farlo da lontano. In questo Giro è fuori dubbio che non ci sia un leader incontrastato, ma bisogna anche dire che non c’è nessuno che intende prendere con decisione l’iniziativa. Chi vuole provarci lo fa negli ultimi 2 o 3 chilometri. È chiaro poi che alla fine la differenza la faranno le cronometro. Voglio vedere se non succederà nulla in queste terribili tappe che ci aspettano nel corso di questa ultima settimana”.

A difesa dei corridori di oggi bisogna anche dire che il ciclismo è molto cambiato rispetto a vent’anni fa, quando correva Chiappucci. Cambia il mondo e cambiano le corse, e di conseguenza cambia anche l’atteggiamento dei corridori. Cambia anche l’antidoping, ed anche questo ha reso, per fortuna, più improbabili le azioni mostruose di certi campioni di qualche anno fa per i quali era possibile scattare dieci volte una dietro l’altra e fare fughe solitarie di 100 km.

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