Fernando Gaviria (QuickStep – Floors) è arrivato al Giro d’Italia 2017 senza fare tanti proclami, ma intanto è il promo a fare doppietta a Messina nel giorno in cui comincia a spuntare ad altissimi livelli anche Jakub Mareczko (Wilier – Selle Italia), secondo alle spalle del colombiano e migliore degli italiani ché a dispetto dell’anagrafe il velocista è bresciano doc e si è permesso di mettersi alle spalle Sam Bennett (BORA – Hansgrohe) e tutto gli altri anche se con la condizione mostrata fin dall’inizio da Gaviria c’è davvero poco da fare.
Giro d’Italia 2017: Paterski sbaglia i tempi, Gaviria no
Maciej Paterski (CCC Sprandi Polkowice) ed Evgeny Shalunov (Gazprom – RusVelo) hanno provato fin dai primi chilometri a far saltare il copione già scritto di una volta tutta da giocare. Si sono divisi Gran Premi della Montagna e traguardi volanti, ma nulla hanno potuto nel finale contro il rientro di un gruppo che non ha mai concesso troppo spazio e li ha saltati quando mancava poco meno di 20 km all’arrivo. Al primo passaggio sul traguardo il momento più esilarante, con lo sloveno Luka Pibernik, compagno di Vincenzo Nibali alla Bahrain Merida, che è scattato per anticipare lo sprint e ha persino esultato prima di essere ingoiato dagli altrui perché mancavano ancora 6.300 metri allo sprint vero. E lì non è più stato uno scherzo anche se Richeze non è riuscito a pilotare al meglio Gaviria. Ma lui aveva già messo il turbo e quando è partito non c’è stata storia. Nei primi dieci anche Kristian Sbaragli (Dimension Data) sesto, Roberto Ferrari (UAE Fly Emirates) ottavo ed Enrico Battaglin (Lotto NL – Jumbo) decimo mentre Caleb Ewan (ORICA-Scott) si è perso. Bob Jungels (QuickStep – Floors) ha mantenuto tranquillamente la maglia rosa in attesa di esami più probanti.
Sesta tappa alle Terme Luigiane, un arrivo particolare e storico al Giro d’Italia 2017
Il Giro d’Italia 2017 riprende con la Reggio Calabria-Terme Luigiane, tappa tutta calabrese di 207 km. Il via dal caratteristico lungomare di Reggio Calabria che ospitò il cronoprologo nel 2005 e poi il Gran Premio della Montagna di Barritteri, salita pedalabile di 10 km con pendenze medie del 5%. Poi lunga discesa verso Gioia Tauro, passaggi a Rosarno e Vibo Valentia prima di un lungo tratto pianeggiante nel quale la vera insidia può essere il vento. Nel finale tre salite a cominciare da quella di San Miceli che inaugura gli ultimi 20 km molto mossi verso il traguardo delle Terme Luigiane: i 1.500 metri finali presentano una pendenza media del 6%. E la storia dice che da queste parti vincono sempre i passisti veloci, come Maurizio Fondriest e nel 2003 Stefano Garzelli.