La mobilità green permette di contenere le emissioni, creando però una nuova questione legata allo smaltimento delle batterie.
I veicoli green rappresentano uno dei mezzi utili per garantire il successo della transizione ecologica. I dispositivi elettrici per il trasporto permettono infatti di ridurre in maniera significativa le emissioni di CO2 sul nostro pianeta, una ragione più che valida per spingere un gran numero di persone ad acquistare mezzi alimentati a batteria, come queste bici a pedalata assistita.
L’aumento di questi veicoli ha comportato anche un incremento dei rifiuti generati dalle loro batterie ormai esauste, rendendo sempre più evidente la necessità che tali scarti diventino nuovamente utili tramite il loro riciclo.
Tra le soluzioni adottate spicca il progetto Lions2Life, approvato dalla comunità europea in vista del raggiungimento degli obiettivi indicati dall’Accordo di Parigi.
In questo articolo vedremo alcuni dei problemi legati allo smaltimento delle batterie per veicoli elettrici e in quale modo progetti come quello di Lions2Life possono avere un impatto positivo sull’ambiente.
Smaltire le batterie per veicoli elettrici: la doppia faccia della mobilità green
I mezzi elettrici sono in grado di azzerare le emissioni generate dal loro utilizzo, tuttavia, hanno condotto verso un nuovo problema legato alla sostenibilità ambientale: stiamo parlando dello smaltimento delle loro batterie. Per funzionare, infatti, le auto elettriche, e-bike o gli altri mezzi della mobilità green hanno bisogno di un accumulatore di energia che, rilasciata gradualmente, consenta il funzionamento del veicolo.
Non si tratta però di un problema che riguarda solo i mezzi di trasporto, ma tutti i dispositivi elettronici a batteria presenti sul mercato, come ad esempio i cellulari o i computer. Insieme alla crescita della loro domanda, aumenta anche la richiesta di materiali per lo stoccaggio dell’energia. Tutto ciò conduce poi inevitabilmente ad un numero sempre maggiore di rifiuti dati dalle batterie esauste, portando l’opinione pubblica a domandarsi se queste tecnologie siano da considerarsi davvero come “green”.
In questo modo, si è diffusa la consapevolezza che i rifiuti generati dalle batterie elettriche ormai giunte alla fine del loro ciclo di vita debbano essere recuperati, non solo per ridurne l’impatto ambientale, ma anche per diminuire la dipendenza dall’importazione di materie prime da Paesi Terzi.
Ad esempio, la maggior parte del cobalto oggi utilizzato per la creazione di batterie proviene oggi dal Congo, dove vengono impiegati anche i bambini tra i lavoratori nelle miniere, che non vengono nemmeno equipaggiati con i dispositivi di sicurezza necessari a garantirne la salute.
Esiste quindi un modo per recuperare le batterie esauste? Sì, ma secondo Paul Anderson, docente dell’Università di Birmingham, le soluzioni fino ad ora adottate non sono sufficienti a ridurre l’impatto ambientale che questi dispositivi di stoccaggio dell’energia generano. Secondo gli esperti, se il ritmo di crescita continua a essere costante come ci si aspetta, nel corso dei prossimi 10 anni la quantità di rifiuti prodotta diventerà infatti drammatica: per queste ragioni è importante investire subito in nuovi progetti per il riciclo delle componenti delle batterie e per il loro smantellamento, che non sia solo efficiente ma anche sicuro.
Lions2life: il progetto che dona nuova vita alle batterie esauste
La mobilità elettrica nasce quindi con l’obiettivo di contrastare il continuo aumento del livello di CO2 nel nostro pianeta. Si tratta di uno strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi, ovvero far sì che le emissioni prodotte non portino ad un aumento della temperatura globale superiore ai 2°C.
Al fine di centrare gli obiettivi previsti, è nato il progetto europeo Lions2Life che prevede di riportare alla vita le batterie di veicoli elettrici di piccole dimensioni come e-bike o scooter e monopattini elettrici. Questo progetto non solo permette di ridurre la quantità di rifiuti prodotta, ma rappresenta un ottimo esempio di economia circolare a favore di fonti rinnovabili. Infatti, le batterie ormai esauste vengono reimpiegate come dispositivi di stoccaggio per l’energia generata da pannelli fotovoltaici, che viene poi reimmessa nel sistema per l’utilizzo.
Lions2Life è un progetto che ha avuto inizio durante il mese di giugno 2020 e che si è concluso dopo 18 mesi portando alla luce un prototipo destinato a diffondersi nelle città di tutta Europa. Ma di cosa si tratta? Le batterie dei veicoli elettrici su due ruote sono state utilizzate per creare un impianto di 700 celle in grado di accumulare l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici. Il progetto è nato nel Pinada Lab di Valencia e sarebbe in grado di incrementare la durata di vita delle batterie di almeno il 20%, comportando inoltre un risparmio economico di almeno il 62% rispetto all’acquisto di nuovi dispositivi di accumulo. Inoltre, questo sistema permetterebbe di ridurre la dipendenza dall’estrazione delle materie prime contenute nelle batterie.
Veicoli green: Lions2life è il progetto che apre alla sostenibilità
La gestione e lo smaltimento delle batterie elettriche sono oggi al centro del dibattito pubblico: le tecnologie green sono poi davvero così pulite? Al momento sono tanti i problemi legati al recupero delle batterie, tuttavia, esistono dei progetti che si propongono di ridurre i rifiuti generati da quelle esauste.
Lions2Life è l’esempio perfetto di come un modello di economia circolare non solo sia possibile ma anche efficace. Lo stoccaggio dell’energia dei pannelli fotovoltaici tramite le celle delle batterie esauste ha infatti dato risultati soddisfacenti che saranno presto destinati ad essere applicati alle città di tutta Europa.
In questo modo si può quindi trovare una soluzione efficace per gestire quelli che sarebbero altrimenti dei rifiuti e l’acquisto di una bici elettrica, come quelle offerte su Botteroski.com, di una macchina ibrida o di un overboard non creerebbe più problemi dal punto di vista del recupero delle batterie esauste.