Parole dure di Vincenzo Nibali, nel definire quello che ormai è diventato il ciclismo. Il ciclista della Bahrain Merida, dopo la caduta al Tour de France e la conseguente frattura di una vertebra, è stato operato per recuperare quanto possibile in vista della Vuelta e del Mondiale di Innsbruck. Il contatto con la bici è già arrivato, anche se con qualche difficoltà. Nibali è apparso sereno nel parlare dei suoi reali obiettivi, un po’ meno nel definire quella che invece è stata la sua situazione al Tour.
Vincenzo Nibali parla del Tour e del ciclismo
“No. In alcune circostanze ormai il ciclismo è diventato un circo. Saranno anche tifosi, ma così non va bene. Il tasso alcolico è troppo elevato, la gente pur di apparire in tv fa di tutto. Con la gente in mezzo alla strada, spesso con bandiere, noi pedaliamo alla cieca, senza vedere dove andiamo e pregando il cielo che la strada si apra davanti a noi. Per questa situazione io e la squadra, perché il 70% della visibilità un team l’ha al Tour, abbiamo pagato pesantemente. Oltre a quello alla salute, economicamente quanto vale il danno subito? Poi, lui non si lamenta mai, ma vi pare giusto che Froome venga preso a schiaffoni mentre fa il suo lavoro? Ne ha preso uno anche un attimo prima della mia caduta. Troppo spesso corriamo in situazioni folli”. è questa la risposta che Vincenzo Nibali ha dato a chi gli ha chiesto se il format attuale del ciclismo fosse accettabile.
“Mi dà fastidio perché al Tour non mi ero ancora espresso. Fino a quel momento ero andato a passeggio, non avevo preso rischi. E mancavano ancora le montagne”. ha poi aggiunto, affermando di essere stato subito consapevole di quanto la situazione fosse negativa dopo la caduta.
Gli obiettivi di Vincenzo Nibali
Prima di pensare al Mondiale di Innsbruck, il vero obiettivo stagionale di Vincenzo Nibali, il ciclista siciliano correrà – non senza qualche difficoltà – la Vuelta. “So solo che comincia da Malaga con una crono di 8 km. Non so nemmeno in che condizioni ci arriverò. La cosa più logica, vista la condizione e pensando al Mondiale, sarebbe interpretarla senza pensare alla classifica, come ventuno classiche. La Vuelta è la strada migliore per Innsbruck. Sai che lì trovi la condizione giusta, che anche non volendo fai il ritmo che ti serve. Altrimenti, anche se ti concentri molto, è molto difficile prepararsi al top. Non riesci mai a fare gli stessi sforzi. E ti vengono mille dubbi”. ha affermato in merito.
Non manca anche la considerazione sugli acquisti per la prossima stagione ciclistica: “Teuns è un giovane interessante, Dennis un corridore molto forte. Poi sono felicissimo che sia arrivato Damiano (Caruso, ndr): può dare tantissimo. Anche Sieberg e Bauhaus sono interessanti, ma loro faranno un’altra attività. Sono del gruppo velocisti. Magari per la salita servirebbe un altro bell’acquisto”.