E’ sfumato a meno di cento metri dal traguardo il sogno di rivedere un italiano vincere una classica monumento. Dopo un grande attacco sul Saint Nicolas, Pozzovivo e Caruso sono stati raggiunti e superati sul rettilineo finale, con Simon Gerrans che ha piazzato il suo sprint davanti a Valverde e Kwiatkowski. E’ stata una Liegi Bastogne Liegi molto tattica, dominata dal marcamento e dall’attendismo, con poca selezione e pochi spunti spettacolari. Tanta strategia e poca fantasia.
La corsa è partita senza due nomi importanti, Chris Froome e Carlos Betancur, entrambi acciaccati. Una ventina di km ed ecco l’azione che ha guidato la corsa per oltre 200 km. A formarla Pieter Jacobs (Topsport Vlaanderen), Marco Minnard (Wanty), Pirmin Lang (IAM Cycling), Matteo Bono (Lampre Merida), Michel Koch (Cannondale), Jacobus Venter (MTN Qhubeka).
Il sestetto ha preso un quarto d’ora di vantaggio nel viaggio verso Bastogne, con le squadre dei favoriti che hanno poi cominciato ad alzare il ritmo per riportare la situazione sotto controllo. La lunga sequenza di salite è cominciata con la solita corsa alle posizioni di testa del gruppo. Il ritmo è stato elevato soprattutto per prendere le salite davanti, con poi le ascese condotte con passo regolare. Tutto normale per le prime salite, terreno di studio e di attesa, ma con il susseguirsi delle varie cote la corsa non si è mai accesa. Gli spunti sono arrivati dal ritiro di Joaquim Rodriguez (Katusha), ancora in condizioni difficili dopo le due cadute delle ultime corse, e da una caduta di Rui Costa (Lampre), anch’esso costretto a lasciare la corsa.
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Tra Haute Levèe e Vecquèe nessun movimento significativo, ed anche la Redoute, la salita simbolo della corsa, a 45 km dall’arrivo, ha portato al nulla di fatto. Davanti Bono si è dimostrato il più forte e solo Venter dopo lo scollinamento è riuscito a restare con il bresciano della Lampre. Dal gruppo è stato Barguil (Giant) a tentare di smuovere la corsa insieme ad Arredondo (Trek), ma il gruppo ancora pressochè compatto ha chiuso velocemente. La facile cote de Forges ha permesso a Bono di isolarsi al comando, mentre in gruppo Howes (Garmin) ha tentato senza fortuna di portare via un gruppetto. Il gruppo ancora forte di un’ottantina di corridori ha reagito e annullato subito. Sono state però le squadre di outsider come Europcar e AG2R ad occupare con più costanza le prime posizioni del gruppo in questa fase, tutto in attesa della Roche aux Facons, per tutti punto focale della corsa.
Ma l’andatura senza strappi, il marcamento e la consistenza numerica del gruppo non ha fatto neanche qui la selezione immaginata. Ancora Arredondo si è mosso, seguito da Pozzovivo (AG2R), due scalatori puri che hanno cercato di approfittare del tratto più duro della corsa. Gilbert ha sganciato Sanchez alla rincorsa, quindi Valverde (Movistar) ha chiuso direttamente quando a muoversi sono stati Kreuziger (Tinkoff) e Nibali (Astana). Ma nel gruppo dei big ha regnato soprattutto il marcamento e l’attesa, Gilbert su Valverde, Valverde su Kwiatkowski e così Arredondo e Pozzovivo hanno scollinato con una ventina di secondi. Ma il tratto pianeggiante verso Liegi ha consentito al gruppo di riorganizzarsi e mangiarsi i due pesi leggeri all’attacco. Così si è arrivati con una cinquantina di uomini all’imbocco della Cote de Saint Nicolas, ultima asperità di giornata, con l’attesa della sparata di Valverde e Gilbert. Invece è stato Frank (IAM) a muoversi, con Sanchez in sacrificio per Gilbert a tirare il gruppo. Ormai in vista dello scollinamento ecco l’attacco deciso, quello di Giampaolo Caruso (Katusha) ed ancora un grande Pozzovivo. I due italiani hanno scavalcato Frank e guadagnato qualcosa grazie anche ad un momento di attesa nel gruppetto. Il finale è stato da thrilling: il gruppetto ha recuperato terreno sui due scalatori italiani con Weening al lavoro, poi la sparata di Daniel Martin (Orica), ma la tenacia di Caruso è sembrata poter bastare quando il siciliano è scattato ancora ormai nelle ultime centinaia di metri. Martin è rinvenuto scivolando però all’ultima curva. Niente via libera però per Caruso, perchè da dietro è arrivata la stilettata finale dei big, con Gerrans che è andato a superare l’italiano ormai nei 100 metri finali. Valverde non ha potuto fare altro che accodarsi per il secondo posto dietro all’imprendibile australiano, con Kwiatkowski a seguire e Caruso spietatamente fuori dal podio. Poi un bravissimo Pozzovivo e tutti gli altri alla spicciolata, con Gilbert solo ottavo.
Un vero peccato per i due italiani, i veri protagonisti della corsa. L’unico rammarico per loro, e specialmente per Caruso, è stato di essere partito troppo tardi sul Saint Nicolas. Se l’attacco fosse arrivato un po’ prima forse lo spazio guadagnato sarebbe stato sufficiente per andare a vincere. Ma qualche rammarico lo avranno certamente anche i corridori arrivati subito dietro a Gerrans, che con una corsa troppo attendista hanno consentito ad un corridore velocissimo di andare a vincere questa Liegi.
1 Simon Gerrans (Aus) Orica Greenedge 6:37:43
2 Alejandro Valverde Belmonte (Spa) Movistar Team
3 Michal Kwiatkowski (Pol) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
4 Giampaolo Caruso (Ita) Team Katusha
5 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:00:03
6 Tom Jelte Slagter (Ned) Garmin Sharp
7 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff-Saxo
8 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team
9 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:00:05
10 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:06
11 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Belisol 0:00:08
12 Enrico Gasparotto (Ita) Astana Pro Team 0:00:10
13 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida
14 Cyril Gautier (Fra) Team Europcar
15 Bauke Mollema (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:00:12
16 Rudy Molard (Fra) Cofidis, Solutions Credits
17 Tiago Machado (Por) Team NetApp – Endura
18 Anthony Roux (Fra) FDJ.fr
19 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing
20 Stefan Denifl (Aut) IAM Cycling
21 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida
22 Sébastien Reichenbach (Swi) IAM Cycling
23 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:00:17
24 Simon Geschke (Ger) Team Giant-Shimano 0:00:19
25 Julian David Arredondo Moreno (Col) Trek Factory Racing.