Parigi Roubaix 2015, le interviste
Il coraggio di John Degenkolb è stata la chiave del successo della Parigi Roubaix. Ecco le impressioni del corridore tedesco e degli altri protagonisti nelle interviste della Parigi Roubaix 2015.
John Degenkolb: “La Roubaix è la corsa che ho sempre sognato di vincere. E’ incredibile, non riesco a crederci. Ho dovuto lavorare tanto per arrivare fin qui. La squadra mi ha aiutato tutto il giorno per tenere la situazione sotto controllo. Nel finale ho dovuto attaccare altrimenti sarei stato nella stessa situazione dello scorso anno. Ho dovuto spendere qualcosa, ma non ho avuto paura, questa è stata la chiave. Quando sei il corridore più veloce nessuno vuole collaborare con te e portarti al traguardo. Ecco perchè ho deciso di andare da solo. Ho fatto la cosa giusta al momento giusto”.
Zdenek Stybar: “Yves Lampaert è partito con Van Avermaet, era una buona situazione per noi. Ma quando ho visto John Degenkolb che stava andando via ho pensato che dovevamo fare qualcosa. Sono venuti corridori come Lars Boom ed altri con me. Quindi, per me, era una buona situazione. Ho cercato di non collaborare troppo avendo il mio compagno di squadra davanti, ma sapevo che dovevo fare una mossa. Sapevo che c’era un po’ di salita a 2 chilometri dall’arrivo così ho cercato di attaccare e rientrare sul primo gruppo. Avevo già speso qualche energia in precedenza quando sono rientrato sul gruppo di Wiggins. Forse avrei potuto salvare qualche energia attaccando insieme a Degenkolb, ma è andata così. Ho dovuto recuperare un po’ quando sono rientrato sui primi perché avevo dato davvero tutto. Non potevo attaccare in quel momento anche se era forse la tattica ideale per battere John. Poi Yves ha cercato di attaccare ma Degenkolb ha chiuso e siamo entrati nel velodromo insieme. Lampaert ha guidato perfettamente nel velodromo. Sapevo che Degenkolb è veloce ed è difficile batterlo in uno sprint. Ma in una gara così dura, in cui anche lui ha dovuto spendere delle energie, non si sa mai. Speravo potesse essere stanco. Ha lanciato un ottimo sprint e non sono riuscito a batterlo. E’ andato molto forte e ha meritato la vittoria. Penso che siamo stati molto competitivi in ogni gara. Quando si guarda indietro a tutte le classiche in cui siamo stati secondi, terzi e quarti, abbiamo semplicemente fatto del nostro meglio ogni volta. Naturalmente questo team è abituato a vincere, ma guardando indietro e vedere come costantemente siamo andati forte non credo che possiamo lamentarci troppo. Quanto a me, io sono secondo alla Parigi-Roubaix dopo essere stato sesto e quinto. Naturalmente voglio vincere. Spero di tornare l’anno prossimo e lottare per questa vittoria, perché questo è ciò che conta. Inoltre non posso dimenticare di ringraziare i miei altri compagni di squadra. Hanno fatto un ottimo lavoro oggi, non hanno avuto paura di provare i ventagli o tirare davanti al gruppo. Si sono sacrificati per noi, senza paura di saltare in aria. Per me, Stijn, Niki. Quindi devo ringraziarli. Sono stati perfetti. “
Greg Van Avermaet: “Non avevo delle grandi sensazioni oggi. La scorsa settimana al Fiandre invece stavo davvero bene. Ho dovuto lottare contro me stesso sul pavè. Penso di aver fatto un bell’attacco con Lampaert ma dopo era difficile battere tutti quanti in volata. Contro Degenkolb sapevo che sarebbe stata dura, ho dovuto dare il massimo per poter salire sul podio”
Alexander Kristoff: “Sapevo che sarebbe stato difficile oggi, indipendentemente da ciò che i media dicevano di me, di essere il favorito per la vittoria. Io ho sempre pensato che sarebbe stata una sorpresa una vittoria qui oggi. Degenkolb è un grande corridore e l’ha dimostrato oggi. Ha meritato la vittoria. Chapeau a lui. Non ero abbastanza forte oggi per seguire quei ragazzi. Ero al limite alla fine. Non mi piace il pavè in pianura come quello sulle salite quindi sapevo che sarebbe stato difficile. Ma ho fatto una buon gara ed ho finito tra i migliori. Abbiamo fatto una grande campagna di classiche. Ora mi prenderò un po’ di riposo e poi riprenderà la preparazione per il Tour de France”.
Bradley Wiggins: “Sono contento di come è andata. Quando ho attaccato mi hanno raggiunto alcuni corridori che poi non volevano collaborare. Ho riprovato alla fine su un tratto in salita insieme a Vanmarcke. Sentivo di avere le gambe per vincere, probabilmente l’hanno pensato tutti in quel gruppo. Poteva essere chiunque di noi. Quando ho attaccato mi hanno detto che dietro c’era il panico, ma probabilmente è per tutto il clamore che c’è stato prima della corsa. Ma è stato bello, potrò guardare indietro negli anni e dire che ad un certo punto della gara ero in testa. Prima della gara ho cercato di non pensare che era la mia ultima corsa con la Sky. Stamani tanti corridori sono venuti da me ad augurarmi bona fortuna. Tutti questi ragazzi, con cui non ho neanche mai parlato si sono congratulati con me per la mia carriera, è difficile non commuoversi quando succede una cosa così”.