Una medaglia praticamente certa, poteva essere anche un oro meritatissimo per quello che aveva fatto in corsa, e invece nella mattinata brasiliana di domenica 7 agosto Vincenzo Nibali farà rientro in Italia saltando anche la cronometro individuale. A fermarlo è la doppia frattura rimediata alla clavicola destra in quella maledetta caduta a 12 km dalla Prova su strada alle Olimpiadi di Rio 2016 che ha fermato la sua fuga verso il traguardo. Lo stesso infortunio che nel giro prima del circuito finale ha fermato l’australiano Richie Porte mentre è andata anche peggio al colombiano Sergio Henao, caduto insieme a Nibali: per lui infatti c’è la frattura della cresta iliaca e la sua stagione potrebbe anche essere finita.
Olimpiadi di Rio 2016, Vincenzo Nibali perfetto quasi sino alla fine
Non così per Vincenzo Nibali che in teoria dovrebbe fare in tempo a rientrare per il Lombardia ad inizio ottobre e comunque non sarebbe stato tra i selezionati per i Mondiali su strada di Doha che sono assolutamente per velocisti. Il campione messinese stava finalizzando una prestazione mostruosa della nazionale italiana perfetta con Alessandro De Marchi a tirare il gruppo nella prima parte, con Damiano Caruso inserito nella fuga giusta, un po’ meno con Diego Rosa frenato dal mal di gambe e forse anche da una testa non proprio a posto dopo le polemiche dei giorni scorsi. Poi Fabio Aru e Vincenzo Nibali che nel finale erano stai abilissimi ad entrare nell’azione giusta, il capitano azzurro che se n’era andato con Henao e Majka fino all’incidente che ha compromesso tutto il lavoro.
Cassani distrutto, era sicuro di poter portare a casa una medaglia dalle Olimpiadi di Rio 2016
Subito dopo la caduta, come ha confermato anche il cr azzurro Davide Cassani, Nibali non ha avuto parole se non per ringraziare i compagni. Cassani comunque ha promosso tutti i ragazzi, ribadendo che la gara era stata preparata alla perfezione e stava andando tutto secondi i piani della vigilia: “Sarà anche il ciclismo, ma così fa male – ha confessato a ‘La Gazzetta dello Sport’ – anche perchè quella era era l’ultima curva pericolosa. Sapevo già da gennaio che per vincere bisognava fare dei sacrifici. A Vincenzo l’ho detto subito, sapeva che avrebbe dovuto rinunciare a determinati obiettivi, che avrebbe dovuto correre il Tour in quel modo, anche a costo di essere criticato. Vincenzo. E Fabio ha rispettatole consegne come meglio non si poteva sperare. Vincenzo aveva in mano l’occasione della vita, perché Majka ed Henao erano perfetti per andare all’attacco e poi ce la saremmo potuta giocare in volata”.