Il TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) di Losanna ha bocciato l’istanza d’appello formulata da Nicola Ruffoni. Il ciclista italiano, che era risultato positivo a un controllo antidoping effettuato fuori competizione il 25 aprile del 2017, aveva preparato un ricorso per tornare a gareggiare su strada. Ma la squalifica di 4 anni è stata confermata. L’organismo elvetico ha deciso, dunque, di confermare senza alcun dubbio la sentenza emessa dai giudici della federazione ciclistica.
Nicola Ruffoni positivo all’ormone della crescita nel controllo antidoping
Confermata la squalifica di quattro anni a Nicola Ruffoni per doping. Il corridore bresciano era risultato positivo all’ormone della crescita (GHRP/peptidi liberatori) in un controllo antidoping effettuato il 25 aprile del 2017, fuori competizione.
Il corridore aveva deciso di effettuare un ricorso contro la decisione del Tribunale Antidoping dell’UCI. Presentata un’istanza d’appello al TAS di Losanna, l’organismo l’ha rigettata. E’ stata così confermata la squalifica di quattro anni per il bresciano.
La squalifica dal Giro d’Italia e il licenziamento dalla Bardiani-CSF
La positività all’ormone della crescita aveva portato, inizialmente, alla squalifica dal Giro d’Italia del 2017. In questo aveva trovato seguito anche una tendenza negativa per il bresciano al Giro; nel 2014 il ciclista finì fuori tempo massimo alla fine dell’undicesima tappa. Due anni dopo era arrivato il ritiro alla fine della quattordicesimo, mentre nel 2016 non era partito alla tredicesima tappa.
Conseguente alla squalifica dal Giro, per cui era stato convocato dalla sua squadra, è arrivato anche il licenziamento. La Bardiani-CSF, in cui correva dal 2013, l’ha licenziato.