Giusta la squalifica, non le critiche
Smaltita la rabbia per l’esclusione dalla Vuelta 2015, ora Vincenzo Nibali passa all’attacco. Perché va bene la decisione della giuria, pesante ma almeno basata su un regolamento, però le critiche ricevute da diversi altri ciclisti di punta hanno ferito il capitano dell’Astana che oggi dalle pagine della ‘Gazzetta dello Sport’ si difende ancora una volta parlando anche del suo futuro che ha molti punti interrogativi.
Punito dalla giuria o dall’UCI?
A Vincenzo Nibali non sono piaciuti i giudizi di Joaquim Rodriguez: “Io non ho accusato lui, ma negare il fatto che attaccarsi alle auto per rientrare dopo una caduta o un incidente è un fatto comune è dire una bugia. Ho sbagliato e ho pagato, però non mi sta bene essere trattato come se fossi un mostro perché non lo sono”. Il messinese è convinto di essere finito nel mirino perché da tempo c’è anche la sua Astana che non è certo ben vista in gruppo e crede che dietro a tutto questo possa esserci la mano pesante dell’UCI.
Il futuro in maglia Astana
Ora vorrebbe tornare a correre nel GP di Plouay, corsa di World Tour in programma domenica prossima ma la decisione dipende dalla federazione internazionale. Intanto però sullo sfondo c’è un 2016 con l’Astana tutto da confermare: “Nel mio contratto che vale anche per il 2016 non ci sono clausole rescissorie, quindi per la risoluzione consensuale dovrebbero essere d’accordo i grandi capi del ciclismo kazako. Però credo anche che l’interesse comune fra me e l’Astana sia quello di ricreare un rapporto sereno e di totale fiducia”. In primis avere i suoi gregari fidati, come Vanotti, al fianco nelle corse che contano e non come è successo al Tour de France.