Considerando le aspettative della vigilia, la medaglia d’argento nel Mondiale 2019 dello Yorkshire appare come un qualcosa di meraviglioso. Un risultato, a dire il vero, storico, considerando che una medaglia al Mondiale mancava, all’Italia, dal 2008 (che aveva premiato Ballan e Varese). Ma, se ci si addentra nelle dinamiche della gara che ha visto protagonista Matteo Trentin, tutto cambia: il ciclista italiano, considerato il leader del gruppo date le assenze di Vincenzo Nibali, Fabio Aru ed Elia Viviani, ha soltanto sfiorato la vittoria finale del Mondiale, senza riuscire a portare a casa una medaglia d’oro che avrebbe fatto la storia. Un risultato amaro e che fa male, ma che – allo stesso tempo – dimostra il cuore e il grande carattere di una Nazionale che ha sfidato ogni aspettativa contraria.
La cronaca della prova di linea dei Mondiali 2019
Che i Mondiali 2019 nello Yorkshire potessero essere particolari, anche per quanto riguarda la prova di linea, non c’era assolutamente dubbio: il circuito di Harrogate ha portato a tante sorprese nel corso dei giorni e delle prove, e non si poteva non pensare di aspettarsene altre in occasione della prova di linea. Prima ancora di prendere il via, i ciclisti hanno appreso del significativo cambiamento nel circuito: da 280 a 261 chilometri, il percorso è stato ridotto con un aumento di due giri (da sette a nove).
Le sorprese non sono mancate fin dall’inizio della prova di linea, che ha visto i nomi più blasonati del tracciato – Roglic, Valverde, Quintana e Richard Carapaz – tentare l’affondo fin da subito, consci del fatto che, al termine di una stagione complicata, giungere alla vittoria fosse praticamente impossibile. E, a poco a poco, sono proprio i migliori ad alzare bandiera bianca, lasciando spazio a ben altri atleti.
L’ordine di arrivo finale inizia ad essere determinato a circa 70 chilometri dal traguardo, quando Kung e Craddock effettuano uno strappo e il secondo cede il passo al primo, permettendo il rientro di Teunissen, Pedersen e Moscon. Grazie alla mossa del favorito, van der Poel, anche Trentin riesce a rientrare nel gruppo di testa. Con due italiani, accompagnati da Kung, Pedersen e van der Poel, inizia il vero e proprio scontro.
Il primo a staccarsi è stato l’olandese favorito, il secondo – come da logiche già stabilite – Moscon: con i tre di testa rimasti in volate, sembrava tutto fatto per Matteo Trentin. Il ciclista, però, ha dovuto fare i conti con una stanchezza fisica e mentale che l’ha condannato, provocando la vittoria di Pedersen.
L’ordine di arrivo al traguardo: due italiani nella top 10
In qualsiasi altra situazione, la medaglia d’argento di Matteo Trentin sarebbe stata ritenuta come una vera e propria impresa italiana. In realtà, la sostanza non cambia: attraverso il ciclista, la Nazionale è riuscita ad ottenere un risultato incredibile, se si considera anche la prestazione di Gianni Moscon. In realtà, però, l’argento di Matteo Trentin è cosparso di un’amarezza per la mancata medaglia d’oro, persa soltanto in volata al termine di 261 chilometri incredibili.
Al di là di tutto, l’Italia può ricordarsi di una prestazione eccellente, che ha portato due ciclisti in top 10 e uno, Sonny Colbrelli, a ridossi della stessa. Di seguito, è riportato l’ordine di arrivo al traguardo:
- Mads Pedersen (Denmark) 6:27:28
- Matteo Trentin (Italy) – s.t
- Stefan Kung (Switzerland) 0:00:02
- Gianni Moscon (Italy) 0:00:17
- Peter Sagan (Slovakia) 0:00:43
- Michael Valgren Andersen (Denmark) 0:00:45
- Alexander Kristoff (Norway) 0:01:10
- Greg van Avermaet (Belgium) – s.t
- Gorka Izagirre Insausti (Spain) – s.t
- Rui Costa (Portugal) – s.t
- Sonny Colbrelli (Italy) – s.t
Le dichiarazioni di Matteo Trentin
Se da un lato per Pedersen si tratta di un momento storico, in una stagione in cui non aveva ottenuto ancora una vittoria, non si può dire la stessa cosa di Matteo Trentin. Sulla carta il ciclista era favorito ma, al termine di 261 chilometri in cui avrebbe meritato l’oro, l’atleta ha pagato lo sforzo fisico e mentale.
Intervistato, Matteo Trentin non ha nascosto la delusione. Queste le sue dichiarazioni: “É stata una corsa dura, al limite dell’umana comprensione. Sono ancora qui che tremo per la fatica. Ero lì che pensavo di fare la volata, sulla carta ero il più veloce ma alla fine sono stato battuto. In una gara così dura la carta non conta nulla. Pedersen è stato più forte, ha tenuto in salita e ha vinto alla grande. – ha spiegato il ciclista, spiegando il motivo del successo del ciclista danese – Un vero peccato, mi brucerà per tutto l’anno. Sarà dura da mandare giù ma domani sorgerà il sole di nuovo, questo è lo sport. Non sono così deluso, perché non ho perso di un centimetro. La volata? Sono partito ai 200 metri, è quella la mia distanza e Kung non mi è stato dietro. Il rewind non esiste. Lo sport è questo”.
L’emozione del CT della Nazionale Davide Cassani
Se le dichiarazioni di Matteo Trentin hanno emozionato, non si può certamente rimanere impassibili di fronte a quanto affermato dal CT della Nazionale Italiana Davide Cassani. Di fronte alle evidenti difficoltà strutturali – con, gradualmente, rinunce da parte di Elia Viviani, Fabio Aru e poi Vincenzo Nibali – sembrava difficile sperare in un piazzamento importante. Eppure, vanno riconosciuti grandi meriti ad una Nazionale guidata nel migliore dei modi, nonostante ogni possibile impedimento.
Anche alla luce di ciò l’amarezza è tanta, perchè l’argento di Matteo Trentin è, in realtà, un oro che sembra essere stato sottratto al grande merito dell’azzurro. Queste le dichiarazioni e l’emozione del CT della Nazionale Davide Cassani: “C’è delusione, ho pianto. E’ stato meraviglioso vedere la squadra muoversi così, sono stati semplicemente fantastici. Dispiace che ci abbia battuto Pedersen, ma io sono orgoglioso di questa squadra: non abbiamo vinto e quindi non è valso a nulla, ma gli azzurri sono stati davvero bravi”.