Michal Kwiatkowski alla Strade Bianche 2014
Sfida tra giovani fenomeni alla Strade Bianche 2014. La solita battaglia sulle colline senesi ha consacrato il polacco Michal Kwiatkowski, che già nelle corse minori di inizio stagione aveva fatto vedere numeri straordinari. Il polacco della Omega si è preso il lusso di annientare Peter Sagan sullo strappo finale verso Piazza del Campo.
Un Sagan che dopo essere rimasto presto senza squadra ha rischiato partendo da lontano, mettendosi su un terreno più favorevole ad un cronomen come Kwiatkowski che nel finale ha ancora trovato le energie per fare la differenza.
All’interno l’intervista a Kwiatkowski e Sagan. Valverde: “Tre forature!”
http://www.youtube.com/watch?v=rT8iAtQiwP8
Una corsa unica, scenari magnifici, grandi campioni. La Strade Bianche anche quest’anno non ha deluso regalando emozioni e spettacolo in una giornata soleggiata ma molto ventosa. Anche per questo c’è stata grande selezione e qualche caduta.
Dopo i primi km dalla partenza di San Gimignano sono riusciti ad evadere in quattro: Frapporti (Androni), Fedi (Neri), Frattini (United HC) e Pagani (Bardiani). Il gruppo ha lasciato più di dieci minuti, poi il lento recupero si è concretizzato fino al ricongiungimento nel settore più lungo e difficile, quello di Monte Sante Marie. I duri strappi sterrati di questo settore hanno dato una sparpagliata incredibile al gruppo, spezzettato sulle colline senesi battute da un forte vento. Un gruppetto guidato da Stannard ha provato ad allungare, ma all’uscita dello sterrato si sono riusciti davanti una trentina di corridori, tutti i più forti tranne Paolini attardato da una caduta. I due principali favoriti, Sagan e Cancellara, si sono ritrovati da soli, una situazione imprevedibile soprattutto per la Cannondale che contava sul campione uscente Moser e su Gatto.
La Omega Pharma Quickstep, presente in massa, ha preso in mano con decisione la corsa. Prima Uran ha alzato i ritmi per assicurarsi di non far più rientrare nessuno, poi Trentin ha attaccato inseguito da un gruppetto con Evans e Stannard. Il gruppo però non ha concesso spazio ed è tornato sotto a 23 km dall’arrivo. Sagan, evidentemente timoroso di essere messo in mezzo dalle squadre più numerose, non ha più atteso ed è partito su un piccolo strappo. Immediata la reazione di Kwiatkowski, tutti fermi gli altri. La sfida è stata subito chiaramente appannaggio di Sagan e Kwiatkowski, con il gruppo rassegnato che in breve ha perso un minuto e il solito Valverde che ha capito di aver perso ancora una volta il treno.
Sagan e Kwiatkowski sono filati via lisci superando gli ultimi sterrati, ma lo slovacco ha dato qualche segnale di fatica nel finale. Lui fenomeno da sparate, sprint e sciabolate brevi, ha pagato la lunga distanza della fuga al cospetto di un tuttoterreni come Kwiatkowski che è anche un formidabile cronomen.
Dietro Valverde ha speso il suo nervosismo per attaccare sull’ultimo sterrato, dimostrando di aver una gamba non inferiore a Sagan e Kwiatkowski. Lo spagnolo è stato poi ripreso da Cunego, Cancellara e Kreuziger, molto più indietro Evans e gli altri.
E si è arrivati alla resa dei conti sulla rampa verso la monumentale Piazza del Campo: Sagan l’ha presa davanti ma il tentativo di alzare il ritmo si è subito afflosciato e Michal Kwiatkowski ha sparato la cartuccia decisiva. Il polacco ha lasciato sul posto Sagan entrando con grande vantaggio in Piazza del Campo: davvero una vittoria di grandissimo spessore tecnico. Ancora un secondo posto per Sagan, un piazzamento che comincia a ricorrere troppo spesso per il fenomeno slovacco.
Oggi riteniamo però che le colpe della sconfitta siano da attribuire più alla squadra che a Sagan. Un campione come lui ha bisogno di una squadra più competitiva, che possa scortarlo meglio nel finale. Invece ha dovuto esporsi, ha rischiato, con un coraggio da applausi, ed ha perso. Lode invece alla Omega, grande qualità e ottima gestione di corsa.
Valverde ha staccato Cunego e Kreuziger nel finale, per un podio che sa di sconfitta. Solo sesto Cancellara, protagonista di una corsa insolitamente in difesa. La sua condizione evidentemente adesso gli consente solo questo. Un Cancellara ad un discreto livello a cui manca ancora la marcia più alta. Buona invece la corsa di Cunego, che da tempo non si vedeva battagliare con corridori di questo livello. Cunego meglio di Ulissi quest’oggi.
LE INTERVISTE
Michal Kwiatkowski: “Quando sono arrivato all’ultima curva verso il traguardo in Piazza del Campo, è stato assolutamente bello. Ho fatto la ricognizione ieri del finale fino a Siena, ed è stato fantastico, ma con i fan e gli spettatori è ancora meglio. Qualcosa di speciale. Sagan ha molta più esperienza di me in un finale come questo nelle grandi corse. Stavo guardando anche la corona che stavo usando per assicurarmi di non commettere errori stupidi. Sono rimasto davvero sorpreso della su accelerazione sull’ultima salita, non ha aspettato fino alla volata. Ha iniziato a rallentare un po e ho visto che stava davvero soffrendo. Così sono andato a pieno gas fino alla fine ed è così che ho vinto. Sono abbastanza sorpreso perché questo è probabilmente la mia vittoria più emozionante finora. Ho avuto tanto sostegno da parte del team, da tutti. Sono davvero grato alla mia squadra per il supporto oggi”.
Peter Sagan: “So di aver fatto una buona performance ma non posso essere veramente felice quando arrivo secondo. Attaccare è stata la cosa giusta, anche nei tempi. La situazione di corsa era in standby in quel momento. Attacchi e contrattacchi continui, i miei avversari che mi curavano: ho preferito rompere gli indugi. Il risultato dell’azione è stato quello sperato, ma Kwiatkowski è stato il più forte, gli faccio i miei complimenti. Le corse di un giorno sono prove senza appelli e nel finale non ero brillantissimo. So però che la mia condizione può migliorare ancora prima della classiche e la Tirreno-Adriatico servirà anche per questo. Quello che ho fatto oggi mi lascia fiducioso. Certo, finire due volte secondo non è quello che volevo. L’anno scorso ero veramente felice per Moreno, ma quest’anno no”
Alejandro Valverde: “Avevo già detto l’anno scorso che era una corsa molto bella, ma molto dura, cinque ore e mezzo in bici, quest’anno con tanto vento. Sono stato sfortunato con le forature, sempre nei tratti sterrati, l’ultima quando il gruppo andava a mille. Ho sempre avuto dei compagni ad aiutarmi, le prime due volte Lastras, l’ultima Ventoso. Nonostante tutto stavo bene. Quando è partito Sagan lui arrivava da dietro a grande velocità. Ho preso la ruota di Cancellara, non pensavo che potessero prendere tanto spazio. Abbiamo provato ad inseguire, ma non è stato possibile. Ho avuto delle buone sensazioni e sono contento.”
Steven De Jongh, Ds Tinkoff Saxo: “Penso un top cinque con Kreuziger un buon risultato oggi. Possiamo essere contenti della prestazione della squadra, a cominciare da Roman. Sono rimasto impressionato anche da Jensen che ha fatto un lavoro incredibile. Chris ora farà degli allenamenti per preparare le corse sul pavè, Roman si avvicina bene alla Tirreno Adriatico”.
Damiano Cunego: “Anche oggi stavo bene, segno che in questo avvio di stagione sto percorrendo un buon tragitto verso un adeguato livello di competitività. Ho cercato di correre sempre con attenzione, il percorso delle Strade Bianche è tanto affascinante quanto insidioso: anche grazie ai compagni di squadra, la prima parte di gara e i primi sterrati non hanno proposto imprevisti. Poi, quando la corsa si è fatta intensa, sono rimasti davanti i corridori con più forze, è stato bello vedere che sia Ulissi che io eravamo con loro. Quando è partito Sagan, solo un Kwiatkowski in grande forma è riuscito a seguirlo: troppo esplosiva l’azione di Peter per dare modo di replicare. Da dietro abbiamo atteso lo strappo sterrato ai 15 km dall’arrivo per reagire, creando un gruppetto che ha poi tentato di rientrare sulla testa della corsa. Non ci siamo riusciti, perché davanti sono andati molto forte. Peccato aver mancato il podio, ma Valverde aveva qualche energia in più. Giudico comunque come molto valida la mia prova, sono soddisfatto perché ho lottato con i miglior corridori per questo tipo di gare. Mi avvicino con fiducia alla Tirreno-Adriatico”.
Diego Ulissi: “La gara è stata intensa e, quando si è alzato il ritmo, in testa sono rimasti solo i migliori del gruppo. In queste situazioni, ogni contrattempo ridimensiona eventuali ambizioni e così è accaduto: sullo sterrato delle Sante Marie, a circa 50 km dal traguardo, Kessiakoff è caduto, coinvolgendo anche Mori, mentre io, che ero a ruota del mio compagno. sono riuscito a evitare la caduta, dovendo però faticare per rientrare sulla testa del gruppo dei migliori. Ho pagato lo sforzo, non trovando una freschezza adeguata quando Sagan ha attaccato. Dispiace non essere riuscito a rimanere con i migliori fino in fondo, ma penso che la corsa di oggi possa essere vista come un passaggio importante per affinare la condizione”.
1 Michal Kwiatkowski (Pol) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 5:20:33
2 Peter Sagan (Svk) Cannondale 0:00:19
3 Alejandro Valverde Belmonte (Spa) Movistar Team 0:00:36
4 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:00:40
5 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff-Saxo
6 Fabian Cancellara (Swi) Trek Factory Racing 0:00:59
7 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:01:44
8 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Shimano 0:02:02
9 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:02:11
10 Simon Geschke (Ger) Team Giant-Shimano 0:02:51
11 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
12 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Shimano
13 Matteo Trentin (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:02:54
14 Michal Golas (Pol) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
15 Angel Vicioso Arcos (Spa) Team Katusha 0:03:02
16 Ian Stannard (GBr) Team Sky 0:03:16
17 Andrey Amador Bakkazakova (CRc) Movistar Team 0:05:40
18 Christopher Juul Jensen (Den) Tinkoff-Saxo 0:05:56
19 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli
20 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano
21 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:06:12
22 Marco Canola (Ita) Bardiani CSF 0:09:15
23 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team
24 Miguel Angel Rubiano Chavez (Col) Colombia
25 Martin Elmiger (Swi) IAM Cycling.