Julian Alaphilippe, la vittoria del ciclismo francese
Mancava giusto un uomo da classiche per consacrare definitivamente il ritorno del ciclismo francese ai livelli che gli competono. E nella settimana delle Ardenne lo abbiamo trovato in Julian Alaphilippe, con un’esplosione sorprendente, almeno in questi termini e con questa tempistica. Ad appena 22 anni (ne compirà 23 a giugno) Alaphilippe è l’ultima testimonianza della bontà del lavoro svolto dal ciclismo francese a livello giovanile. Multidisciplina, infrastrutture all’avanguardia, formazione di qualità sono i principi basilari su cui si è rifondato e rilanciato il ciclismo francese.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti e lo saranno ancora di più nei prossimi anni. Thibaut Pinot e Romain Bardet nelle corse a tappe. Arnaud Demare, Nacer Bouhanni, Bryan Coquard per le volate. Ed ora Julian Alaphilippe per le classiche. Tutti giovanissimi, forti, talentuosi, preparati e determinati. Senza pensare al fuoristrada, la pista, la bmx, tutti settori in cui la Francia è ad altissimi livelli. Le loro vittorie sono le vittorie di tutto il progetto francese. Un progetto che dovrebbe essere ispirazione anche per il ciclismo italiano e per una ulteriore svolta di qualità. Una certa volontà ci sarebbe anche, e il Ct Davide Cassani ha dato un bell’impulso in tal senso, ma la buona volontà da sola non può bastare. Quello che manca è la possibilità di investire in infrastrutture, settore in cui il nostro sport e non solo il ciclismo è in cronico ritardo. E poi la voglia di superare la mentalità chiusa di molte squadre ed organizzazioni a livello giovanile e fare sistema in maniera nuova.