I dieci flop del 2014

Abbiamo visto i dieci campioni che hanno segnato il 2014, potevano mancare i flop? Ecco chi ci ha deluso:

1 Peter Sagan – Può sembrare ingeneroso dare il Flop dell’anno ad un corridore che ha conquistato la maglia verde al Tour de France e una classica WT come Harelbeke. Ma francamente da un fuoriclasse come Sagan ci si aspettava ben altro. Nelle occasioni dove conta davvero non è mai all’altezza, a Sanremo e Fiandre è un fantasma, combatte alla Roubaix ma più con la disperazione che con le gambe. In alcune occasioni la squadra non è all’altezza e lui con i suoi atteggiamenti fa di tutto per rendersi antipatico agli avversari, sempre più contenti di farlo perdere. Quello che doveva essere il Merckx del nuovo millennio si sta afflosciando miseramente: il passaggio alla Tinkoff deve dare una svolta.

2 Chris Froome – Il secondo posto alla Vuelta e la vittoria al Giro di Romandia non possono coprire una stagione in cui si sono visti tutti i limiti tecnici e di personalità del campione britannico. Ha prestazioni da fenomeno, ma quando qualcosa, in lui, nella squadra, nelle situazioni di corsa, non va come previsto, è notte. Le tante cadute in cui è incappato in tutta la stagione non possono essere classificate solo come sfortuna: si è visto un Froome insicuro, a volte impaurito, tecnicamente limitato. Dopo il ritiro al Tour è andato alla Vuelta senza la convinzione necessaria, quella che ha fatto la differenza tra la vitoria di Contador e la sua sconfitta.

3 Richie Porte – Disperso come gran parte della Sky. Doveva essere l’uomo del Giro per i britannici, ma dà forfait. Al Tour viene insignito dei gradi di capitano dopo il ritiro di Froome ma esplode subito. Dopo il Tour partecipa solo a due gare, entrambe finite con un ritiro.

4 Filippo Pozzato – Una stagione da dimenticare. L’ennesima, verrebbe da dire. Nullo nelle classiche, scartato dalla formazione sia al Giro che al Tour. Fino ad agosto il miglior risultato è un terzo posto al prologo del Giro del Giappone! Una settimana prima del Mondiale ha un sussulto: Cassani giustamente lo ignora e lui si riaddormenta.

5 Mark Cavendish – Tanta sfortuna nella stagione di Cavendish, ma anche altro. Il britannico ha ceduto forse definitivamente lo scettro di velocista principe del gruppo a Kittel, e forse non solo a lui. Cav sbaglia a puntare tutto sul Tour, cade subito per troppa foga e la stagione è impacchettata così.

6 Moreno Moser – Dov’è finito l’ultimo dei Moser? Il miglior risultato stagionale è un sesto posto in una tappa del Giro d’Italia. Soprattutto nessuno sprazzo, nessun colpo di classe. Davvero troppo brutto per essere vero il Moser visto, e poco, in questa stagione. Ha avuto qualche problema fisico, ma anche quando ha avuto modo di correre con continuità si è visto solo in qualche fughetta da lontano.

7 Edvald Boasson Hagen – Nella stagione no della Sky partecipa all’affondamento anche il norvegese. Per la prima volta chiude l’anno senza vittorie, e a dire il vero ci va vicino solo in qualche corsa secondaria. Alla MTN potrà pensare solo per sè e provare il rilancio.

8 Matthew Goss – Un declino veloce e senza fine per il corridore australiano. Zero vittorie, fuori dalla selezione per tutti e tre i grandi giri. I tempi della vittoria alla Sanremo e del’argento Mondiale sono lontanissimi e forse irraggiungibili.

9 Gerald Ciolek – La vittoria alla Sanremo 2013 è stata una cattedrale nel deserto. Quest’anno solo una vittoria alla Vuelta Andalusia, una top ten alla Sanremo e poco altro.

10 Thomas Voeckler – Nessuna vittoria per il corridore simbolo del ciclismo francese, ormai avviato verso la nuova generazione. A Voeckler resta qualche fuga generosa, qualche applauso e poco altro.

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