Giro di Polonia, cadute e polemiche

La tempesta che si è improvvisamente abbattuta ieri sulla prima tappa del Giro di Polonia ha causato tantissime cadute ed anche qualche polemica. Ad una cinquantina di km dall’arrivo il gruppo è stato investito da una vera tempesta, con grandine e vento fortissimi e i corridori si sono trovati addirittura degli alberi caduti in mezzo alla strada. La corsa è andata avanti, con tante cadute che hanno portato ai ritiri di Janez Brajkovic e Sander Armèe, ma anche Fabio Aru e Michael Matthews tra gli altri sono caduti e sono arrivati in grande ritardo.

Al suo rientro in una gara World Tour dopo quattro mesi ed un intervento per risolvere un’aritmia, Robert Gesink sperava certamente in una giornata più tranquilla. “Il meteo aveva previsto sole e pensavo ad una tappa facile, invece ho dovuto correre al 100%. Ho cercato di stare davanti per evitare problemi, e ho preso le curve dall’interno per evitare di essere investito da altri corridori che scivolavano” ha spiegato Gesink, che poi lancia la sua accusa: “L’Uci avrebbe dovuto intervenire, era molto pericoloso. Non si può aspettare che siamo noi corridori a prendere una decisione, ci sono sempre altre squadre che hanno i loro interessi”.

Così invece racconta la sua giornata in fuga il russo Vorobyev: “In pochi minuti il tempo è cambiato completamente, la temperatura è crollato, è arrivata la pioggia e la grandine. Questo ha avuto un grande impatto su di noi, senza questo drastico cambiamento avrei potuto ottenere un risultato”.

“E’ stato pazzesco” racconta invece Gabriel Rasch, ds della Sky “C’erano 35 gradi, improvvisamente la temperatura è dimezzata ed è arrivata questa grandinata, è stata una carneficina”.

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