In generale sono molti gli apprezzamenti per il percorso del Giro d’Italia 2019 che è tornato ad essere molto duro anche se con un percorso decisamente moderno, offrendo diverse occasioni ai velocisti nelle prime due settimane ma poi lasciando spazio agli uomini di classifica. Molto soddisfatto è anche Davide Cassani, che di Giri ne ha vissuti molti da atleta prima, da commentatore tecnico poi e oggi da ct azzurro. Anche lui, intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’ è convinto che le due crono emiliano-romagnole potranno fare una prima differenza, ma sarà l’ultima settimana ad emettere i verdetti definitivi e lì nessuno potrà farsi trovare impreparato.
Giro d’Italia 2019, il favorito di Cassani rimane Vincenzo Nibali
Secondo Davide Cassani un favorito, almeno per il momento, c’è già ed è Vincenzo Nibali: “È un Giro fatto apposta per lui. Vincenzo sa difendersi a cronometro e nella terza settimana tira fuori il meglio di se. Ha un coraggio fuori dal comune, guardate il modo in cui ha preparato e corso il Mondiale dopo quello che gli era accaduto al Tour 2018. E ha talento, ha il gusto della vittoria, corre con una sorta di ‘menefreghismo’ positivo che gli consente di superare momenti critici. L’uomo da battere sarà Nibali”. Il ct è convinto che Chris Froome punterà tutto sul Tour de France 2019, tanto il Team Sky potrà sostituirlo al meglio con il colombiano Egan Bernal in attesa chi saranno gli altri avversari per il capitano della Bahrain-Merida.
Manca il ricambio generazionale in Italia, il ct l’ancia l’allarme
Più dura invece per gli altri italiani. Se, da una parte, Cassani è curioso di vedere quello che potrà combinare Gianni Moscon che nei primi dieci giorni sfruttando anche le due crono potrebbe ritrovarsi in rosa, esattamente come Elia Viviani almeno nei primi giorni perché avrà dalla sua gli abbuoni delle volate, in generale c’è poco ricambio: “Abbiamo chiuso la stagione con il titolo Europeo e i 18 successi di Viviani, con la Sanremo di Nibali e altre vittorie importanti. Il problema è che per le corse a tappe siamo legati alle prestazioni di Vincenzo, che ormai va per i 34 anni. Sono preoccupato. Dietro di lui e Fabio Aru c’è poco purtroppo”.