Giro delle Fiandre 2014, le interviste
Il trionfo di Cancellara, qualche recriminazione in casa Omega sulla gestione del finale di corsa e la netta delusione di Sagan, il grande sconfitto della corsa. Ecco tutte le reazioni dei protagonisti del Giro delle Fiandre 2014.
Fabian Cancellara: “Quando sono rimasto senza compagni ho capito che avrei dovuto attaccare sull’Oude Kwaremont. Sul Paterberg non potevo andare di più, ero morto. Volevo finire da solo, ma oggi era meglio aspettare la volata. Solo vincere era l’obiettivo, non avevo paura dello sprint. La corsa è stata intensa e difficile. Abbiamo perso diversi corridori per le cadute. Ognuno dei compagni ha fatto il suo piccolo pezzo. E’ stata dura, per due volte ho rischiato di staccarmi quando ci sono stati degli attacchi. Ma tutto è andato bene alla fine, è incredibile. L’anno scorso ho vinto alla grande ma questa vittoria è ancora più grande”
Stijn Devolder: “Ho avuto tanta sfortuna. MI fa molto male il gomito ed anche la schiena. Sono deluso perchè volevo essere con Fabian fino alla fine. Dopo la prima caduta Rast mi ha aiutato molto e sono rientrato abbastanza facilmente. Poco prima del secondo incidente sono andato al’ammiraglia ed ho detto che mi sentivo veramente bene. In un secondo tutto è cambiato. Dovevo cambiare la bici, ma ho dovuto fare cinque km prima che arrivasse l’ammiraglia. E’ stato un brutto momento, ma alla fine sono contento che ha vinto Cancellara”
Peter Sagan: “Non è mai facile parlare di un risultato negativo e non ci sono molte parole da dire ora. Non ho fatto la prestazione che volevo nel momento chiave della corsa. Quando Cancellara e Vanmarcke hanno attaccato sull’Oude Kwaremont non sono riuscito a spingere abbastanza per seguirli. Ho perso il momento buono. Oltre a questo, non c’è stata cooperazione nel gruppo per inseguire e chiudere l’attacco. Penso che oggi anche altri fossero nella mia condizione: è stata una corsa molto dura. Congratulazioni a Cancellara. Ma soprattutto grazie ai compagni che hanno lavorato duro per me. Più avanti analizzeremo la corsa, ma senza drammi. Non è stato un buon risultato, certo, ma c’è sempre qualcosa da imparare. Farò sicuramente tesoro di questa esperienza. Magari è stata solo una giornata storta. Se avessi corso ieri, avrei vinto di sicuro”
Sep Vanmarcke: “Negli ultimi chilometri avevo i crampi, ma mi sono detto che volevo il podio. Sono andato a chiudere un gap perchè altrimenti potevo finire quarto. Sono soddisfatto del terzo posto, anche se col passare del tempo penso che se fossi partito un po’ prima per lo sprint avrei potuto ottenere di più. Nella prima parte di corsa sono caduto e per un po’ ho sofferto. Dopo il primo tratto di pavè ho ritrovato il mio ritmo. Ho iniziato a credere nelle mie possibilità. I miei compagni mi hanno tenuto fuori da altri guai, devo ringraziarli”
Niki Terpstra: “Con duecento corridori su queste strade è stata una corsa nervosa tutto il giorno. Per fortuna solo Nikolas Maes è caduto ma senza grandi conseguenze, perché si sono stati un sacco di incidenti. Penso che abbiamo corso abbastanza bene. Vandenbergh era veramente forte, dopo il Taaienberg è andato insieme a Van Avermaet. Hanno preso un buon vantaggio, che era una buona cosa, ma poi sono sfuggiti un po’ fuori mano. Nell’ultimo passaggio sul Kwaremont, Cancellara e Vanmarcke hanno fatto un’accelerazione veramente forte. Abbiamo cercato di riprenderli. Sul Paterberg eravamo vicini, ma poi hanno collaborato molto bene. Ho cercato di inseguire con Kristoff meglio che potevo. E’ un peccato, abbiamo tre ragazzi nella top 10, forse potevamo puntare a qualcosa di più in alto, ma solo per uno. La squadra era forte, penso che possiamo avere delle possibilità la prossima settimana”
Tom Boonen: “Guardando indietro adesso, penso che abbiamo preso la decisione giusta di controllare la gara nella parte più tecnica dei circuiti, perché ci sono stati un sacco di incidenti. Anche se non abbiamo vinto la corsa penso che abbiamo fatto la cosa giusta. Penso che avremmo potuto fare un lavoro migliore se la radio avesse funzionato nel finale, ma non abbiamo avuto nessuna comunicazione radio dal Kwaremont. Forse se avessimo avuto la radio Niki ci avrebbe aspettato e con sei corridori che tirano dietro forse avremmo potuto raggiungere i primi. Ma penso che con la forma che ho in questo momento il settimo posto è il risultato giusto. Fino a 230 km mi sono sentito come ci si deve sentire per vincere, ma negli ultimi 30 chilometri è dove devo migliorare. Era la prima corsa oltre le sei ore quest’anno. Normalmente ho un paio di corse come questa, ma date le circostanze, questa è la prima volta. Quindi penso che sia normale. Gli allenamenti non sono come le corse. Bisogna fare questo tipo di situazioni all’intensità della gara”.
Filippo Pozzato: “Non sto male, sento che tutto il lavoro che ho svolto in questi primi mesi della stagione mi permette di avere una condizione buona, le sensazioni in corsa sono tutt’altro che brutte: è proprio questo il paradosso. Arrivo bene nei punti cruciali della corsa, ma proprio in quei momenti mi manca il cambio di ritmo che mi consentirebbe di rimanere con chi si gioca poi la gara. Anche oggi, non sono arrivato al traguardo stanco, ma non avevo il ritmo per rimanere davanti, anche se poi il divario non è stato enorme e speravo che il nostro gruppo potesse riprendere qualche corridore per cercare di entrare nei primi 10”.