Doping Ciclismo , Rabottini : ” per 300 euro sono andato all’inferno”
Il corridore pescarese Rabottini si racconta ad un’intervista e definisce alcuni dettagli della sua tragica esperienza con il doping .
” Ero disperato ” queste le parole usate dal corridore protagonista di uno dei tanti(forse anche troppi) scandali che riguardano il mondo del ciclismo e del doping.
Rambo , così chiamato dai suoi fan , non esiste più.
Ora esiste solo Matteo, un ragazzo di 28 anni che paga le conseguenze delle sue azioni.
” L’Epo me l’ha venduta un ex pro dell’ Est ” , così esordisce Matteo, il quale ha dichiarato apertamente di aver fatto tutti i nomi del caso , senza badare a coprire nessuno .
Eritropoietina, controllo a sorpresa il 7 agosto 2014 a Pescara , Positivo, Squalifica di 21 mesi di cui 3 gli furono abbonati ma servì a poco.
Il racconto crudo del corridore alla domanda : Chi è stato a venderle l’Epo? Com’è andata davvero ?
“E’ stato un ex professionista dell’Est, più vecchio di me. Ho fatto il nome alla Procura antidoping del Coni, hanno secretato il verbale, i Carabinieri hanno indagato. Ci siamo incontrati per strada, ho comprato una fiala di Epo da 5000 unità, una siringa, era sigillata, ho pagato 300 euro. Sono andato a casa, l’ho messa nel frigorifero. Ho fatto 500 unità quel giorno, era il 3 agosto, e 500 il giorno dopo, direttamente in vena, nel braccio. Era un mondo nuovo per me, ma in quei momenti non ti fa paura niente. Non pensi ai rischi. Per me era entrare in un mondo bello, con cui risolvevo tutto. Quello doveva essere il miracolo. Il 7 agosto dormivo, a casa, quando hanno bussato per un controllo a sorpresa. Quando gli ispettori suonano, ti fa sempre una brutta impressione. Ma ero tranquillo, perché me l’avevano venduta come qualcosa che non si trova. Alle 7.40 il sangue, poi le urine. Alle 8.46 sono andati via. Ma da allora non dormivo più la notte. Ti vengono mille pensieri, ti fai mille domande e non hai risposte. Finché la risposta arriva, sì. Il 12 settembre, prima l’email e poi una telefonata dell’Uci. Ero con mio figlio a guardare i cartoni animati, l’email non l’avevo vista. Erano le 17.30. Quel giorno la mia vita è finita, e sono entrato nell’inferno“
In un ciclismo che non fa più sconti a nessuno, Rabottini non ha avuto come pena solo la squalifica… Rabottini si è ritrovato solo, solo con suo figlio Diego di soli 3 anni.
La sua famiglia , i genitori lo hanno abbandonato non perdonandogli il suo comportamento.
“Una fiala da 300 euro e sono andato all’inferno” , queste le testuali parole di Matteo, un ragazzo che però a 29 anni grazie anche a suo figlio trova la forza di reagire e di rimettersi in gioco, ” Devo pagare una multa di 91.000 euro per la licenza. Farò un mutuo” Queste le sue parole, parole di chi fa sul serio , di chi è determinato a voler mettere una pietra sopra quel che è successo, ma non vuole metterla per nascondere il passato ma per dare una svolta, per concedersi una seconda occasione di cui tutti ne hanno diritto.