Di Luca, squalifica da killer

Di Luca con Scinto e Santambrogio
Di Luca con Scinto e Santambrogio

La carriera del killer Danilo Di Luca è finita con la positività dell’ultimo Giro d’Italia. Il Tribunale Antidoping del Coni ha deciso per la squalifica a vita, inevitabile visto che si tratta della terza sanzione a carico dell’ormai ex corridore abruzzese.

Di Luca è stato condannato anche al pagamento di un’ammenda di 35000 euro e delle spese processuali di 850 euro.

Finisce così nella maniera più ingloriosa la carriera del vincitore del Giro d’Italia 2007. Una carriera costellata di alti e bassi, di grandi vittorie e grandi dubbi. Il nome di Di Luca era comparso nell’inchiesta Oil for Drug ed una prima squalifica gli era stata comminata per la frequentazione del dottor Santuccione, già squalificato per doping. Anche quel Giro del 2007 era stato molto controverso per via di un’analisi anomala dopo la tappa dello Zoncolan: si disse che quella di Di Luca era la pipì degli angeli, troppo pulita, come se il corridore avesse cercato di cancellare qualche traccia usando un metodo per diluirla.

Poi il famoso Giro del 2009, chiuso da Di Luca al secondo posto dopo un serrato duello con Menchov: due mesi dopo ecco la notizia della positività all’Epo. Di Luca si beccò una squalifica di due anni, poi ridotta per la collaborazione offerta dal corridore. Il ritorno con Katusha nel 2011 e con la Acqua e Sapone gli aveva dato poca gloria. Al Giro 2013 si era rivisto un Di Luca molto competitivo fino al terzultimo giorno quando i risultati dei prelievi effettuati quasi un mese prima inchiodarono nuovamente il corridore.

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