Per la terza volta di fila è della Lampre Merida il Trofeo Laigueglia. La corsa è stata meno selettiva e combattuta del previsto ed ha premiato i corridori più veloci con Davide Cimolai davanti a Francesco Gavazzi e Amael Moinard. Bravissimo comunque Cimolai a superare indenne tutte le salite, così come la Lampre a riorganizzarsi per pilotare il suo sprint.
La prima parte della corsa ha visto una lunga fuga di Paredes (Colombia), Gaffurini (MG KVis), Brogi (D’Amico Bottecchia) e Cousin (Europcar) che hanno guadagnato sette minuti, ma il gruppo è rientrato in vista dell’ultima scalata a Cima Paravenna.
La bagarre si è scatenata solo nel circuito finale con le salitelle di Colla Micheri e Capo Mele. Zakarin (Katusha) è stato il più vivace, provando prima su Colla Micheri, e poi nuovamente con Gerdemann e Stortoni nella discesa. Ma non è bastato. Gerdemann ha tentato il tutto per tutto in cima a Capo Mele, ma la Lampre ha lanciato l’inseguimento del gruppo ridotto ad una trentina di uomini. Ormai a 300 metri dall’arrivo Gerdemann si è visto piombare il gruppo addosso, con Felline che ha lanciato la volata lunga ma è stato passato da Davide Cimolai che è andato a cogliere il suo primo successo da professionista. Secondo posto per Gavazzi, poi Tsatevich, Montaguti e Felline, in maglia azzurra.
1° Davide Cimolai (Ita) Lampre-Merida in 4h53’47” (39,172 km/h)
2° Francesco Gavazzi (Ita) Southeast s.t.
3° Aleksei Tcatevich (Rus) Team Katusha s.t.
4° Matteo Montaguti (Ag2r La Mondiale) s.t.
5° Fabio Felline (Ita) Nazionale italiana s.t.
6° Angelo Tulik (Fra) Team Europcar s.t.
7° Brent Bookwalter (Usa) Bmc Racing Team
8° Rasmus Guldhammer (Dan) Cult-Energy s.t.
9° Simone Petilli (Ita) Unieuro-Wilier s.t.
10° Javier Megias (Spa) Team Novo Nordisk s.t.
Le interviste
Davide Cimolai: “Per il team Lampre Merida è il terzo successo consecutivo al Trofeo Laigueglia (il quarto in 5 anni). Non potevo che fare centro dopo l’ottimo lavoro svolto da Niemec, soprattutto nel finale sul Capo Mele. Senza il suo intervento i tre battistrada non sarebbero stati più raggiunti. È stato uno sprint molto incerto perché siamo arrivati tutti un po’ stanchi. Il finale ci aveva davvero troncato le gambe. Una vittoria che dedico alla famiglia Galbusera e a tutto il team Lampre-Merida, che mi hanno modo di maturare e di crescere senza assillo e senza forzature. Ero sicuro che prima o poi il lavoro svolto avrebbe dato i suoi frutti e questo successo anche se mi riempie di grande soddisfazione, mi fa comunque restare con i piedi per terra. I piani tattici della squadra prevedevano che dovessi stare accanto a Bonifazio, per lanciarlo magari nel finale. La corsa però è stata molto selettiva e la tattica è cambiata. La squadra ha lavorato benissimo, ma lasciatemi ancora una volta ringraziare Przemyslaw Niemec. Senza di lui, non sarei qui a festeggiare. Le mie qualità? Non mi ritengo un velocista vero e proprio. Diciamo, piuttosto, che dispongo di un buono spunto veloce e che riesco ad emergere quando i velocisti puri si staccano. Nei tratti difficili riesco infatti a tenere duro. Una conseguenza dell’ottimo lavoro svolto su pista”.