Dal 2018 ci saranno nuove regole in gruppo ma per quello che promette il neo presidente dell’UCI, il 44enne francese David Lappartient, è solo il primo passo. Già a gennaio infatti in tutte le gare in linea e nella corse a tappe più brevi comprese le classiche come Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico ogni formazione potrà schierare un massimo di sette atleti (e in tutto non possono essere più di 25 i team al via) mentre nei Grandi Giri saranno 8, con le 18 World Tour e quattro wild card ad invito come era già quest’anno.
Ciclismo, cambia il numero degli atleti al via delle corse?
Ma per quello che assicura Lappartient, questo è solo il primo passo. Come ha spiegato a Radio Montecarlo, nella sua versione francese, il suo intento è quello di ridurre ancora il numero degli atleti per squadra al via portandoli a sei: “Un tempo le squadre potevano contare su dieci uomini – ha spiegato illustrando il suo progetto – ma siamo riusciti a scendere a nove – anche se io sono favorevole per andare oltre. Sei corridori per squadra sarebbe meglio”. Una rivoluzione vera, in primis nel nome della sicurezza che è diventata fondamentale soprattutto in quelle tappe o gare che prevedono una volata, anche se appare come un attacco alle corazzate. Siamo così sicuri infatti che Chris Froome con soli cinque compagni di squadra sarebbe riusciti ad uscire vincitore di quattro Tour de France in carriera?
Radioline, dal 2018 vietate già ai Mondiali su strada
L’altro tasto sul quale la nuova dirigenza insiste molto è quello legato alle radioline. Lappartient non ha fatto mistero di voler tornare al passato, pur credendo che la sicurezza degli atleti sia il primo bene da salvaguardare. Così se anche nella prossima stagione delle corse su strada ogni atleta avrà ancora gli auricolari da indossare, già dai Mondiali su Strada 2018 a Innsbruck le ammiraglie non potranno parlare con i loro atleti. E sembra soltanto l’inizio.