Ciclismo, l’Androni-Sidermec cita in giudizio Appollonio e Taborre

Positivi all’antidoping, danno alla squadra

Gianni Savio è stato di parola. Il team manager dell’Androni-Sidermec aveva promesso di citare in giudizio Davide Appollonio e Fabio Taborre, i suoi due atleti trovati positivi ai controlli antidoping e che sono costati alla squadra la sospensione da tutta l’attività su strada per un mese, e puntualmente lo ha fatto nel primo giorno utile della riapertura dei tribunali dopo le ferie estive.

La difesa di Gianni Savio

Lunedì l’avvocato Giuseppe Napoleone, che rappresenta la società, ha redatto l’atto di citazione in giudizio contro i due atleti. Sinora non era mai successo che una squadra lo facesse, ma c’è un preciso regolamento interno che tutti gli atleti Androni hanno firmato ad inizio stagione e quindi per loro non è una novità: “In questi anni – commenta Savio, abbiamo cercato di educare i nostri atleti, di prevenire la tentazione con corsi di informazione tenuti dall’avvocato Napoleone e anche di reprimere l’uso del doping con l’istituzione di un’ingente penale, prevista dal regolamento interno che tutti i componenti la squadra hanno sottoscritto presso un notaio. Abbiamo richiesto e ottenuto da ogni singolo atleta la password per poter accedere e monitorare i valori del loro Passaporto Biologico e sono sempre risultati nella norma. Non abbiamo mai esercitato pressione sui nostri atleti, preparando un calendario con un adeguato numero di giornate di gara, sempre concordate tra corridori, tecnici e allenatori”.

Pronti per tornare a lottare

Insomma, tutti sono stati messi nelle condizioni per rendere al meglio senza dover passare per forza dalla scorciatoia del doping. Appollonio e Taborre hanno sbagliato, ora sportivamente e penalmente se sarà accertata la loro colpa pagheranno le conseguenze. “Siamo comunque abituati ad affrontare e superare le avversità – conclude Savio – e di conseguenza non ci arrenderemo mai, continueremo a lottare con la determinazione e la tenacia di sempre”.

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