Ciclismo italiano, il futuro è qui
Se per molti la stagione del ciclismo italiano è stata Vincenzo Nibali e nient’altro, noi siamo invece convinti che il nostro movimento abbia raccolto tante indicazioni positive per il suo futuro. Tanti giovani di 23-24 anni hanno compiuto un altro passo importante e sono ormai pronti per l’ultimo salto di qualità verso la grande ribalta internazionale.
Siamo certi che tra il 2014 e il 2015 il ciclismo italiano tornerà a primeggiare un po’ su tutti tipi di corse e con più corridori. Nonostante le difficoltà economiche, un movimento dilettantistico antiquato, quei vivai d’eccellenza che il nostro ciclismo conserva hanno consegnato un gruppetto di talenti che copre tutto il sapere ciclistico.
Per le grandi corse a tappe il corridore che potrà affiancarsi a Nibali è Fabio Aru. Sardo, cresciuto ciclisticamente nella bergamasca, Aru è uno scalatore straordinario e un ragazzo semplice e determinato. Nella Astana ha già fatto importanti esperienze e la vicinanza di Nibali potrà farlo crescere serenamente: Aru avrà l’occasione di imparare da un campione già affermato, non avrà l’assillo del risultato e la Astana ha già dimostrato di dargli fiducia schierandolo fin da subito in corse di primissima fascia. Ci sono tutti gli ingredienti perchè presto Aru possa guardare da pari i più grande corridori da corse a tappe.
Capitolo pavè: non vinciamo Fiandre e Roubaix ormai da tempo, ma il corridore che presto potrà riportare in alto il ciclismo italiano sulle pietre c’è ed è Matteo Trentin. Passato da crossista, spirito da fiammingo, Trentin è un passista veloce che si esalta nelle situazioni più difficili. Anche lui si trova in una situazione ideale per crescere. Una grande scuola da nord, la Omega Quickstep, tanti campioni al fianco, soprattutto Boonen, di cui potrà prendere il posto di leader con il passare degli anni. Ed anche il ruolo di apripista di Cavendish in cui si è impegnato spesso in questa stagione è un valore aggiunto in questa fase della carriera.
Le classiche: è meglio non ricordare nemmeno da quanto tempo non vinciamo una classica monumento. Il nostro nome in rampa di lancio qui è Diego Ulissi. Livornese come Bettini, del Ct ha la classe con l’aggiunta di freddezza da killer. La sua crescita è arrivata alla svolta. Nel calendario di classiche nazionali ha dimostrato di essere ormai il numero uno e il prossimo scalino sarà il grande confronto internazionale.
Le volate: dopo Cipollini e Petacchi il vuoto. Ma anche qui il futuro del ciclismo italiano è promettente. La situazione di quello che sembrava lo sprinter puro di riferimento, Andrea Guardini, si è bloccata. Il passaggio alla Astana si è rivelato un errore e qualche infortunio ha contribuito a metterlo in un angolo. Crediamo che Guardini abbia bisogno di una squadra con prospettive diverse, più concentrata sulla sua crescita per riportarlo poi nei grandi giri a confrontarsi con i più forti. L’altro nome forte è Elia Viviani, meno esplosivo ma elegante e vincente anche su percorsi misti. Un corridore di gran classe in grado di destreggiarsi tra volate, classiche e pista.
Non dimentichiamo poi altri talenti in divenire, su tutti Moreno Moser e Enrico Battaglin, che dovranno dimostrare ancora qualcosa in più sul piano della continuità, della determinazione e della personalità. E poi i tanti corridori ancora più giovani, quelli che stanno affacciando ora al professionismo, tra i quali ci sentiamo di scommettere soprattutto su Alberto Bettiol, scuola Mastromarco come Nibali.