Chris Horner, crederci o no?
La vittoria di Chris Horner alla Vuelta Espana ha lasciato più di un dubbio a molti appassionati ed addetti ai lavori. Lo sappiamo bene, dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni, tutti i risultati che sono stati via via riscritti, ogni vittoria a suo modo eclatante viene guardata con sospetto. Qui però c’è qualcosa di più. Horner, americano come Armstrong, coetaneo di Armstrong, ex compagno di squadra di Armstrong, dopo una carriera alquanto singolare raggiunge il suo vertice alla soglia dei 42 anni.
Per capire meglio quanto sia eccezionale questo risultato basti pensare che il corridore più anziano a vincere il Giro d’Italia è stato Fiorenzo Magni a 34 anni e mezzo. Al Tour de France il record appartiene a Fermin Lambot, vincitore a 36 anni.
Horner ha spostato il limite a 42 anni, praticamente una generazione oltre, una carriera in più rispetto ai campioni del passato. Dunque credere o no ad un corridore che dopo una discreta carriera raggiunge il top all’età in cui i suoi colleghi sono già diventati direttori sportivi o commentatori tv? Dobbiamo crederci come abbiamo creduto alle strabilianti prestazioni di Froome e a tutti gli altri che negli ultimi tempi sono stati accusati senza prove, perchè non è con le chiacchiere che si combatte il doping. Tocca allo sport, al ciclismo e alle sue istituzioni (e qui è il vero problema) portare l’antidoping sempre più a ridosso del doping, con metodi all’avanguardia, regole leggere, trasparenti e chiare che mettano tutti gli atleti in tutti gli sport sullo stesso piano e che pensino più al presente e al futuro piuttosto che al passato.
Quanto a Horner e alla sua maglia roja la sola spiegazione tecnica che troviamo a questo exploit è che l’americano è arrivato alla Vuelta con nemmeno venti giorni di corse stagionali, fresco e riposato. Nibali, Rodriguez, Valverde, sono arrivati alla partenza appesantiti da una sessantina di giorni di corsa ed hanno lottato con il cuore più che con le gambe. Una stagione particolare che è un po’ il riassunto della carriera di Chris Horner. L’americano è sbarcato in Europa nel ’97, a 26 anni, per correre con la FDJ. Senza aver raccolto risultati degni di nota è tornato in patria a gareggiare con delle piccole formazioni. Nel 2005 è tornato nel grande ciclismo con la Saunier Duval, e ormai 34enne ha debuttato in una corsa a tappe con il Tour de France concluso al 33° posto. Da allora ha cambiato altre squadre, Davitamon, Astana e Radioshack, entrando dunque nel gruppo di Bruyneel e Armstrong. La vittoria più importante finora era stata la classifica finale della Vuelta Paesi Baschi 2010, poi una tappa al Giro di Svizzera, una al Romandia, il California e una sola top ten nei grandi giri, il nono posto al Tour 2010.