Adriatica Ionica Race 2018, sul Giau il re è Ivan Sosa

Ancora una volta Gianni Savio ha visto giusto. Il team manager torinese della Androni-Sidermec è un grande scopritori di talenti soprattutto in Sudamerica, l’ultimo dei quali Egan Bernal che quest’anno sta facendo benissimo al Team Sky, e il prossimo in rampa di lancio è Ivan Ramiro Sosa. Lo scalatore colombiano, 21 anni ancora da compiere, dopo essere stato protagonista eccellente al Tour of the Alps 2018 ha letteralmente dominato la tappa più dura della Adriatica Ionica Race 2018, quella con arrivo ai 2228 metri del Passo Giau ed è anche il nuovo leader della classifica generale che da oggi è più delineata.

Adriatica Ionica Race 2018, piazza d’onore per Giulio Ciccone

Come era facilmente prevedibile la terza tappa della Adriatica Ionica Race 2018 ha letteralmente scatenato il gruppo con diversi tentativi di fuga favoriti dalle molte salite dolomitiche distribuite sul percorso. Nel finale c’è stato prima un tentativo importante che ha visto allo scoperto Marco Frapporti (Androni-Sidermec) e Fabio Felline (Trek-Segafredo) con quest’ultimo che sul Passo Valles è transitato per primo e ha resistito sino all’attacco dell’ascesa sul Passo Giau. Qui si è formato un gruppetto con una ventina di atleti, tutti gli scalatori migliori in corsa, ed è stato testa a testa tra Sosa e Giulio Ciccone (Bardiani-Csf). L’italiano è scattato a ripetizione, gli ha resistito solo il colombiano che ai -3 ha piazzato l’azione vincente ed è arrivato tutto solo con 37” su Ciccone, 1’06” su Ben Hermans (Israel Cycling Academy), 1’12” su Edward Ravasi (UAE Emirates) e 1’29” su Pieter Weening (Roompot-Nederlandse Loterij).

Sosa ha 8″ di vantaggio su Ravasi, le ultime due tappe sono da sprint

In classifica generale Sosa ha ora 8″ su Ravasi, 41″ su Ciccone, 1’03” su Ildar Arslanov (Gazprom-Rusvelo) e 1’28” su Peter Stetina. “Sono molto contento per aver ottenuto la prima vittoria in Italia (l’undicesima stagionale per la Androni, ndr) e in una tappa così importante. Voglio ringraziare la squadra per il gran lavoro svolto”. Al settimo cielo Gianni Savio: “Ivan ha corso perfettamente, marcando Ciccone, che era per ammissione della sua stessa squadra l’uomo più temibile, e poi andandosene tutto solo. Davvero bravo”. Le ultime due tappe saranno più adatte ai velocisti, sia sabato 23 con la San Vito di Cadore-Grado di 229,2 chilometri che la Grado-Trieste, 124,6 chilometri.

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