Prima un brivido di freddo quando nella discesa del Port de Balés per andare a seguire Chris Froome (Team Sky) ha rischiato di cadere, poi un brivido di gioia scoprendo che anche i britannico è umano e che da domani per la prima volta nella sua vita ripartirà in maglia gialla. La giornata di Fabio Aru (Astana) nella dodicesima tappa del Tour de France 2017 è un concentrato di emozioni uniche, ma alla fine conta solo aver dimostrato che il re della Grande Boucle si può battere anche se ha una squadra nettamente più forte delle altre. Lo ha dimostrato ancora una volta ma non è bastato e ora sarà corsa a tre con Aru ma anche con Romain Bardet (Ag2R La Mondiale) che ha sfruttato il lavoro degli altri per andare a vincere la tappa battendo per 2” Rigoberto Uran (Cannondale Drapac) e il ‘cavaliere’ sardo.
Tour de France 2017, Fabio Aru fa saltare il banco
Eppure sembrava tutto apparecchiato per l’attacco di Froome che molti già alla vigilia della dodicesima tappa si aspettavano. Quando il gruppetto dei migliori sulla salita finale ha ripreso Stephen Cummings (Dimension Data) che invece sembrava lanciato verso la vittoria, il ritmo del Team Sky ha sfiancato prima Nairo Quintana (Movistar) e poi Alberto Contador (Trek Segafredo). Così decisivi sono stati gli ultimi 300 metri a Peyragudes, interminabili: Aru ha guardato in faccia gli altri e poi è scattato, solo Bardet e Uran gli hanno resistito superandolo nel finale, ma Froome ha perso 20” dal sardo. Ora in classifica generale il capitano Astana ha 6” su Froome, 25” su Bardet, 35” su Uran con Daniel Martin (QuickStep Floors) a 1’41” mentre Quintana viaggia a 4’01”.
Tredicesima tappa del Tour de France 2017, 101 km e tre colli da scalare
La tredicesima tappa del Tour de France 2017 nel giorno della festa nazionale è anche la più corta in linea: 101 km da Saint-Girons a Foix con tre salite vere ma non in grado di fare grande differenza. Per primo il Col de Latrape, 5700 metri con pendenza media del 7.3%, poi il Col d’Agnés, altri 10 chilometri e una pendenza media dell’8.2%. Infine il Mur de Péguère (9.3 km al 7.9% e punte del 18%). Ma da lì ci saranno ancora 25 km tra discesa e pianura, quindi facile che una fuga riesca ad arrivare.