Ha vinto il grande favorito della vigilia, ma il Giro d’Italia 2015 ha regalato lo stesso tre settimane di spettacolo, emozioni, sorprese e colpi di scena. Non ci sono state tappe monotone, sempre partenze a tutta, grande battaglia, attacchi, imprevisti e rovesciamenti di fronte. Un gran bel Giro, insomma, quello che celebra la settima Grande di Alberto Contador, scopre il nuovo fenomeno delle salite Mikel Landa e consacra Fabio Aru tra i campioni del presente e ancor più del futuro. Ma i protagonisti (e le delusioni) sono stati anche tanti altri, ed eccoli nel nostro pagellone che riassume e tira le fila di tre settimane di Giro d’Italia.
Alberto Contador – Sette grandi giri vinti in carriera: davanti a Contador nella classifica hall time restano solo Merckx (11), Hinault (10) e Anquetil (8), tanto per dire a che livelli siamo. Ma nonostante fosse il favorito e alcuni avversari siano usciti di scena presto, è stato un Giro difficile per Contador. Due cadute pesanti, una squadra che se è stata fortissima in pianura ha invece deluso in montagna, la straordinaria forza della Astana. Tanti fattori hanno trasformato il Giro in una corsa ad ostacoli per Contador. Ma è una costante di tutta la carriera per il campione spagnolo, e proprio questo lo rende ancora più grande di quanto dicano i numeri. Dove poteva è arrivato con le gambe, altrove sono entrate in gioco l’esperienza, la classe, la personalità, il mettere pressione agli avversari dentro e fuori la corsa. Ha proposto attacchi magistrali come a Monte Ologno e strenue difese come sul Colle delle Finestre. Da incorniciare la rimonta sul Mortirolo dopo un’imboscata. Un capolavoro a tutto tondo anche se è mancata la vittoria di tappa. VOTO 10
Mikel Landa – E’ stato decisamente il più forte in salita, più del suo capitano Aru e della maglia rosa Contador. Ma anche dopo aver capito che l’uomo con cui avrebbe potuto vincere il Giro era Landa e non Aru, la Astana non ha cambiato gerarchie. Due vittorie di tappa e il terzo posto in classifica sono un bel bottino per un corridore che finora aveva lanciato solo qualche lampo, ma questo Giro resta un’incompiuto. Sarebbe stato bello vederlo libero di colpire a fondo almeno in qualche tappa, invece ha sempre dovuto correre con il freno tirato sui ritmi di Aru. Il futuro gli darà altre opportunità in altre squadre, ma per essere un vincente nelle corse a tappe dovrà iniziare a lavorare seriamente anche sulle cronometro. VOTO 9.5
Fabio Aru – Un Giro bello e sofferto quello del giovane scalatore sardo. Aru è partito fin troppo alla garibaldina, attaccando ovunque nella prima settimana per non concludere niente. Ha sofferto tantissimo nella fase centrale e Contador non ha mancato di approfittarne. Ma non è sprofondato e questo è stato il vero grande merito del suo Giro, più del secondo posto finale e delle due vittorie di tappa che sono in verità un po’ ingigantite dalle strategie decise in casa Astana. La squadra kazaka ha dimostrato di credere ciecamente in lui con un progetto a lungo termine: con questa opportunità e il tesoro di esperienze frutto degli errori di questo Giro ha il futuro nelle sue mani. VOTO 8.5
Philippe Gilbert – Due bellissime vittorie di tappa con numeri di alta classe. Gilbert lotta e regala spettacolo da campione vero, sui suoi traguardi e non solo. VOTO 8
Ryder Hesjedal – Quello dell’ultima settimana è stato il miglior Hesjedal da tre anni in qua. Peccato che si sia svegliato così tardo ed abbia perso tanti minuti all’inizio, altrimenti sarebbe stato a pieno titolo nella corsa al podio aggiungendo altre emozioni al Giro. VOTO 7.5
Steven Kruijswijk – Il miglior Kruijswijk di sempre in questo Giro d’Italia. A 28 anni e dopo aver superato qualche problema di salute il corridore olandese sembra avviato a trovare la sua giusta collocazione in gruppo. Dopo un inizio votato alle fughe capisce di potersela giocare con i più forti e guarda alla classifica. Nella tappa del Mortirolo è fortissimo e si conferma per tutta l’ultima settimana. VOTO 7.5
Davide Formolo – Al debutto in una grande corsa a tappe ha fatto subito capire di avere la stoffa del campione. Una vittoria di tappa di grande spessore e qualche altra bella prestazione. Poi nella seconda parte di Giro sparisce, come è normale che sia. Ma per il ciclismo italiano c’è la certezza di avere un altro giovane talento con gambe e testa da grandi corse a tappe. VOTO 7.5
Andrey Amador – Una delle sorprese del Giro. Si vede poco ma c’è sempre. Ha un buon motore e il calo di peso gli ha dato l’opportunità di essere molto più competitivo in montagna. Il quarto posto finale premia la sua volontà e costanza. VOTO 7
Ilnur Zakarin – Il russo che al Romandia ha battuto Froome non riesce a fare classifica ma dimostra di avere forza e carattere. Una gran tappa sotto la pioggia ad Imola, tante fughe, un Colle delle Finestre maestoso. Ha tutte le caratteristiche per confermarsi. VOTO 7
Sacha Modolo – La svolta della carriera per Modolo? Due vittorie di tappa dopo un inizio difficile. Il trenino Lampre gli ha dato una mano determinante e Sacha ha concretizzato l’occasione. VOTO 7
Elia Viviani – Una bellissima vittoria a Genova, poi complice una Sky che lo asseconda poco e le tante energie spese per gli sprint intermedi, non raccoglie granchè. Ma è comunque un bel Giro per Elia. VOTO 6.5
Leopold Konig – Lo slovacco assume la guida della Sky dopo il ritiro di Richie Porte. Fa una corsa senza acuti e senza vuoti, non emerge mai ma chiude al sesto posto. VOTO 6.5
Rigoberto Uran – Non è l’Uran delle passate edizioni e lo si vede subito. Non ha fortuna, tra bronchite, cadute e una squadra praticamente assente. Ma resta al Giro, continua a lottare con grande determinazione e strappa via due terzi posti nelle ultime tappe di montagna. Anche così si dimostra di essere dei corridori veri. VOTO 6.5
Andrè Greipel – Una bella volata a Castiglione, poi tanti errori suoi e della squadra, e un ritiro quando ancora poteva giocarsi due volate. Ci si aspettava qualcosa in più VOTO 6
Jurgen Van den Broeck – Una bellissima crono sembrava lanciare il belga verso un gran finale di Giro. Invece in montagna arranca sempre di più e chiude mestamente a 25 minuti. VOTO 5.5
Tom Boonen – C’era grande curiosità per il debutto del campionissimo fiammingo al Giro. Non è stata una corsa che passerà alla storia quella di Boonen: nessun piazzamento tra i 15, ma soprattutto l’impressione di un’insofferenza alla corsa che l’ha portato ad un precoce ritiro. Appena tornato nel suo habitat in Belgio è tornato a vincere. VOTO 5
Richie Porte – La grande delusione del Giro. Arriva come il vero avversario di Contador. Ha sfortuna per cadute, forature e penalità, ma non reagisce. Se ne va così, senza nemmeno aver vissuto l’aria del Giro, rinchiuso sempre nel bunker della Sky e dando l’immagine del corridore senza nerbo e un po’ spocchioso che pensiamo non gli corrisponda. VOTO 4.