All’interno 5 interviste – La partita di nervi tra Contador e gli Astana ha vissuto un nuovo episodio nel tappone di Cervinia. Pur disinteressandosi del successo di tappa è stata la maglia rosa a decidere di fatto la corsa e mettere un po’ di pepe e di pressione in casa Astana. Contador ha seguito come un’ombra Landa, lasciando invece libertà d’azione ad Aru. Una mossa per creare tensione e nervosismo tra gli avversari e la sua coppia di leader. Landa si è visto bloccato ed ha dovuto cedere al compagno il secondo posto in classifica generale e la vittoria di tappa.
Lo scontro finale, la resa dei conti, sarà domani nell’ultima tappa di montagna con il leggendario Colle delle Finestre e l’arrivo al Sestriere. Per la maglia rosa ormai i conti sono fatti e sigillati a meno di clamorosi rovesci, ma questa guerra Contador – Astana può vivere ancora un capitolo godibilissimo, con anche in palio il secondo posto finale. Quello che rimarchiamo è soprattutto il modo in cui Contador conduce il gioco, trovando il modo per mettere sempre gli avversari sotto pressione non solo da un punto di vista prettamente agonistico ma con la sua autorevolezza e personalità. Da questo punto di vista Aru e Landa, pur salendo tutti e due sul podio e avendo vinto tre tappe, escono dal Giro decisamente sconfitti. Bravissimo comunque Aru per la sua capacità di soffrire e rialzare la testa: Campioni si diventa così.
Ecco le interviste da Cervinia
Mikel Landa, Astana: “Credo che Contador voglia una guerra tra me e Aru. Però non ci riuscirà, siamo compagni e lotteremo anche per l’ultima tappa. Credo che la classifica sia decisa. Aru stava bene ed ha vinto da campione. Io aspettavo un contrattacco di Contador ma non è arrivato”.
Fabio Aru, Astana: “Ho cercato di nasconderlo, ma ho passato dei brutti momenti prima del Giro, ma ho tenuto duro e devo ringraziare la mia famiglia e la mia squadra. Ho preparato bene questo Giro, ma ho avuto qualche problema. Ma questa vittoria di tappa ripaga la fiducia della mia squadra, che ha creduto in me tutto l’inverno. Questa vittoria ha un sapore speciale perché è davvero inaspettata. Non sono stato bene in questi ultimi giorni. La sofferenza di oggi, negli ultimi sette chilometri è stata pari alle sofferenze sugli ultimi 40 km della tappa del Mortirolo. Ho dovuto fare lo stesso sforzo qui, ma sono riuscito meglio. Questo è uno sport di sofferenza. E’ facile vincere quando sei bravo, ma molto meno quando si soffre. Landa è andato forte, ha meritato le sue due vittorie di tappa. Mi ha atteso sul Mortirolo, e io in realtà gli ha dato il via libera per andare via e correre per se stesso, perché non mi sentivo bene. Ma la squadra non mi ha mai abbandonato”
Alberto Contador, Tinkoff Saxo: “La squadra è andata bene oggi, e ho tenuto d’occhio il mio rivale più vicino, Mikel Landa. Devi prendere una decisione tattica, alla fine: Landa e Aru avrebbero potuto scattare a turno per attaccare tutta la salita fino alla fine. Ovviamente, mi piacerebbe vincere una tappa, ma è difficile. Il gruppo nel finale è sempre piccolo e non ho compagni di squadra con me perché lavorano duramente in precedenza nella tappa, in modo che il risultato di oggi è perfetto per me. In ogni caso, se si chiede a chiunque ciò che preferirebbe, una vittoria di tappa o la Maglia Rosa, diranno tutti la Maglia Rosa, quindi sono molto, molto felice perché ho superato un altro giorno molto duro. La salita finale è stata dura, e Aru era forte e ha ottenuto una grande vittoria di tappa. Adesso è secondo in classifica generale, e gli auguro un grande futuro. Domani lo tappa è davvero bello, con una salita molto dura. Il mio compito sarà quello di resistere agli attacchi, e potrebbe anche essere un giorno, in cui io attaccherò, non si sa mai”.
Ryder Hesjedal, Cannondale Garmin: “Ho sbagliato, non avrei dovuto provare a stare con Aru quando ha accelerato. Questo errore mi ha fatto completamente esplodere, sarei potuto arrivare con lui e giocarmela in volata. Come continuo a dire, ho vinto il Giro, quindi non sono eccitato per il quinto o settimo posto.”
Giovanni Visconti, Movistar: “La tappa è stata davvero infernale. Il vento era molto forte. Credo che sono riuscito a fare bene per mantenere il vantaggio che avevamo in quelle due salite, ma come spesso accade a me, non ho avuto la fortuna di andare in fuga al momento opportuno. La Astana ha deciso di correre in quel modo, e anche se si può criticare o no, hanno avuto ragione, come dimostra la vittoria di tappa. Questa maglia è una piccola consolazione, o forse non così piccolo, visto che una Maglia Azzurra al termine di un Giro è molto importante e richiede molti sforzi”.
Diego Ulissi, Lampre Merida: “Non è stato facile entrare nelle fuga giusta, i primi chilometri sono stati corsi con un’intensità altissima. Sulla prima salita di giornata, il gruppo di noi attaccanti si è sfaldato, non c’erano più le condizioni per garantire futuro alla fuga, considerando anche che da dietro il gruppo non aveva lasciato un grande margine di vantaggio. Ci ho provato perché mi sembrava giusto tentare di utilizzare le energie rimanenti per mettere ancora in luce la squadra”.